Which word will you choose? /The dictionary of lost words

Plot
Nel 1901, la parola «Bondmaid» fu trovata mancante dall’Oxford English Dictionary. Questa e’ la storia della ragazza che l’ha rubata. Esme nasce in un mondo di parole. Senza madre e irrefrenabilmente curiosa, trascorre la sua infanzia nello «Scriptorium», un capanno da giardino di Oxford dove suo padre e una squadra di lessicografi dedicati stanno raccogliendo parole per il primissimo dizionario d’inglese di Oxford. La casa di Esme e’ sotto il tavolo di smistamento, invisibile e invisibile. Un giorno un foglietto di carta contenente la parola «ancella» svolazza sul pavimento. Esme recupera lo slip e lo nasconde in una vecchia valigetta di legno che appartiene alla sua amica Lizzie, una giovane domestica nella grande casa. Esme comincia a collezionare altre parole dello Scriptorium che vengono smarrite, scartate o trascurate dagli uomini del dizionario. L’aiutano a dare un senso al mondo. Nel corso del tempo, Esme si rende conto che alcune parole sono considerate più importanti di altre e che parole e significati relativi alle esperienze femminili spesso non vengono registrati. Mentre dedica la sua vita all’Oxford English Dictionary, segretamente inizia a collezionare parole per un altro dizionario: The Dictionary of Lost Words. Ambientato all’apice del movimento del suffragio femminile e all’orizzonte della Grande Guerra, The Dictionary of Lost Words rivela una narrazione perduta, nascosta tra le righe di una storia scritta da uomini. È una celebrazione deliziosa, lirica e profondamente stimolante delle parole, e del potere del linguaggio di plasmare sia il mondo, sia la nostra esperienza di esso.

About the book
Un romanzo storico sulla creazione dell’Oxford English Dictionary potrebbe non essere adatto a tutti. Tuttavia, il dizionario delle parole perdute di Pip Williams ci aiuta a ricordare che ‘le parole sono cose viventi che si sono evolute insieme a noi’. I dizionari possono avere delle denotazioni, ma le interazioni nella vita reale e i romanzi contengono delle connotazioni. Quali sono più importanti? E cosa qualifica una parola per il suo posto nel dizionario?

«Se sei un amante delle parole, un linguista, un lessicografo o un grammatico, questo è il romanzo che stavi aspettando senza nemmeno rendertene conto. Se non hai mai pensato alle parole in questo modo, non preoccuparti: Williams ti convincerà dell’importanza di una parola in una storia molto bella e carismatica. »

Uno dei temi centrali è la perdita, e Williams collega magnificamente la perdita delle persone con la perdita delle parole. Quando Esme cresce e si rende conto che il dizionario è incentrato sull’esperienza maschile in Gran Bretagna, inizia a cercare le parole di donne di classe inferiore sul mercato. Lì trova parole che altri ritengono irripetibili (come la parola C), eppure tali parole sono state registrate già da centinaia di anni. E’ chiaro che quel linguaggio non sta andando da nessuna parte, ed Esme crede che qualcuno dovrebbe riconoscerlo.

Interessanti sono le diverse prospettive in gioco nel libro: Esme detesta il termine «bondmaid»; un personaggio maschile come Mr. Madan odia la parola C. Ma come la migliore amica di Esme, Lizzie, le dice: «[Orribile] può essere, ma è una parola vera. Dizionario o no, le domestiche esisteranno sempre. » Sostituisci «ancella» qui con qualcos’altro, e sara’ vero. Anche le parole brutte hanno qualcosa da condividere — che si tratti di una semplice parte della vita di una donna, o che rifletta un’ingiustizia. Qualcosa come «ancella», che si riferisce a una schiava femmina, non può essere cancellato perché la storia della schiavitù non può essere cancellata. Tuttavia, tale linguaggio può essere dimenticato, il che rappresenta una perdita per le generazioni presenti e future. Durante il romanzo, Esme e altri personaggi sperimentano la perdita di persone e, con queste persone, le loro parole. Quando muore un’amica, da cui Esme spesso collezionava parole, fa il collegamento di come le parole possano essere la loro memoria e la loro eredità. Oltre alla perdita, Williams lega brillantemente le influenze sia del movimento del suffragio femminile che della Prima Guerra Mondiale. Quando si tratta delle esperienze femminili di Esme (andrei più nei dettagli, ma non vorrei rovinare tutto), a volte è a corto di parole perché non ce ne sono quelle giuste per l’emozione. Allo stesso tempo, un uomo che va a combattere in Francia non riesce a trovare le parole adeguate per le atrocità della guerra. Questo conferma la preoccupazione di Esme quando si tratta di definire correttamente termini come «guerra. » Come potevano capire nello Scriptorium (dove curano il dizionario)? Non erano sul continente a combattere, a rischiare la vita e a vedere altri morire. Eppure, anche i soldati stessi potrebbero non avere definizioni che descrivano appieno i loro significati. Tuttavia, questo non fa che sottolineare le connessioni tra esperienze vissute e linguaggio, e come i due possano influenzarsi ciclicamente a vicenda.

martie’s thoughts
Appena mi sono imbattuta in questo libro, ho deciso che doveva essere mio. Per una lettrice, un libro sull’origine dei dizionari e sui criteri di scelta delle parole è praticamente il paradiso. Sono rimasta incantata dalle avventure di Esme ad Oxford, sentendomi parte integrante del libro, tanto che alla fine è stato un po’ difficile chiudere il libro, una volta finito.

quotes
“Words define us, they explain us, and, on occasion, they serve to control or isolate us.”

“Some words are more than letters on a page, don’t you think? They have shape and texture. They are like bullets, full of energy, and when you give one breath you can feel its sharp edge against your lip.”

“…I realized that the words most often used to define us were words that described our function in relation to others. Even the most benign words- maiden, wife, mother – told the world whether we were virgins or not. What was the male equivalent of maiden? I could not think of it. What was the male equivalent of Mrs., of whore, of common scold?… Which words would define me? Which would be used to judge or contain?”

“A vulgar word, well placed and said with just enough vigour, can express far more than its polite equivalent.”

“Words are like stories … They change as they are passed from mouth to mouth; their meanings stretch or truncate to fit what needs to be said.”

“It’s not about forgiveness, Essymay. We can’t always make the choices we’d like, but we can try to make the best of what we must settle for. Take care not to dwell.”

“I often wondered what kind of slip I would be written on if I was a word. Something too long, certainly. Probably the wrong colour. A scrap of paper that didn’t quite fit. I worried that perhaps I would never find my place in the pigeon-holes at all.”

“Some words are more important than others—I learned this, growing up in the Scriptorium. But it took me a long time to understand why.”

“It struck me that we are never fully at ease when we are aware of another’s gaze. Perhaps we are never fully ourselves. In the desire to please or impress, to persuade or dominate, our movements become conscious, our features set. [Esme Nicholl]”

“It’s not about forgiveness, Essymay. We can’t always make the choices we’d like, but we can try to make the best of what we must settle for. Take care not to dwell.”

[Mabel O’Shaughnessy] ‘It’s a sadness that comes and goes… I get the morbs, you get the morbs, even Miss Lizzie ‘ere gets the morbs, though she’d never let on. A woman’s lot, I reckon.’

‘It must derive from morbid,’ I said to myself….

‘I reckon it derives from grief,’ said Mabel. ‘From what we’ve lost and what we’ve never ‘ad and never will. As I said, a woman’s lot….”

“LOSS ‘Sorry for your loss, they say. And I want to know what they mean, because it’s not just my boys I’ve lost. I’ve lost my motherhood, my chance to be a grandmother. I’ve lost the easy conversation of neighbours and the comfort of family in my old age. Every day I wake to some new loss that I hadn’t thought of before, and I know that soon it will be my mind.”

“She lived between the lines of the Dictionary as much as I did.”

“A poet, perhaps, could arrange words in a way that creates the itch of fear or the heaviness of dread. They could make an enemy of mud and damp boots and raise your pulse just at the mention of them. A poet might be able to push this word or that to mean something more than what has been ordained by our dictionary men. I am not a poet, my love.”

“Women don’t have to live lives determined by others. They have choices, and I choose not to live the rest of my days doing as I’m told and worrying about what people will think. That’s no life at all.”

-martie

martie

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