Il 20 gennaio è uscito su Netflix “What did Jack do?”, cortometraggio scritto, diretto e interpretato da David Lynch in cui assistiamo ad una situazione a dir poco surreale: un detective interroga una scimmia sospettata di aver ucciso una gallina.
Il cortometraggio è un susseguirsi di dialoghi totalmente assurdi e solo alla fine capiamo il movente di Jack e tutto sembra acquistare un senso, per quanto assurdo esso possa essere.
La scimmia parlante
Jack, la scimmia accusata di omicidio, parla. A rendere questa situazione tipica dei cartoni incredibilmente inquietante è il fatto che la sua bocca non sia quella di una scimmia, doppiata poi in un momento successivo. La sua è una bocca umana e non una qualunque, bensì quella del regista stesso. E l’inquietudine che deriva da questo dettaglio non ha limiti. Inoltre verso la fine Jack canta una canzone d’amore in cui esprime i suoi sentimenti per la gallina di cui è innamorato, ma il risultato è una scena macabra e spaventosa.
Il bianco e nero
Per aumentare il senso di inquietudine che pervade la pellicola, Lynch (che nel cortomentraggio interpreta il detective che interroga Jack) decide di girarla in bianco e nero, utilizzando poche e semplici inquadrature che si ripetono. Il risultato è che il cortometraggio è quasi spaventoso ancora prima che inizino a parlare.
Per il resto non c’è molto altro da dire: il prodotto di Lynch è semplicemente e volutamente assurdo, ma non nasconde significati particolari. È un detective che interroga una scimmia sospettata di aver ucciso una gallina. Il tutto contornato da un’atmosfera alla “David Lynch”.
Voto: 7/10