A volte una parola cambia tutto, e da una parola può nascere un intero nuovo linguaggio. È quello che fece sir J.R. R. Tolkien con il mondo del signore degli anelli. Creò un nuovo mondo, popolato da un confine molto labile tra bene e male. Inventò una nuova lingua e cambiò per sempre il mondo della letteratura e del fantasy.
Oggi nel 2019 un film su Tolkien poteva essere l’occasione di raccontare la vita di un grande scrittore e di come una delle sue più grandi opere sia nata. Questa occasione è stata in parte sprecata, per lasciare spazio ha un film gradevole ma senza un vero scopo o approfondimento.
Trama:
Seguiamo gli anni di gioventù e università dello scrittore Sir J. R. R. Tolkien. All’epoca giovane studente, innamorato della pianista Edith Bratt, ma a cui fu impedito di frequentarla fino al compimento dei ventuno anni, dal suo tutore padre Morgan. Successivamente Tolkien parte per la guerra insieme ad altri sui compagni in cui perderanno la vita molti di loro, segnando per lo scrittore un profondo cambiamento.
UN BIOPIC DAL SAPORE AGRODOLCE
Il film su Tolkien diretto da Dome Karukoski, parte con l’obbiettivo principale di far scoprire allo spettatore come siano nate le idee che portarono Tolkien alla scrittura dello Hobbit e del Signore degli anelli. Tramite l’utilizzo di flashback del suo passato veniamo ha conoscenza del rapporto molto profondo dello scrittore con alcuni suoi compagni di college, con cui forma un gruppo che ricorda chiaramente quello della compagnia dell’anello.
“Le cose sono belle per via di quello che significano”
Durante la visione del film ci sono altri momenti che portano lo spettatore a “caccia” di riferimenti ai futuri romanzi di Tolkien, tutti questi elementi sono però molto lasciati al caso e senza un vero approfondimento.
Alla fine della visione della pellicola abbiamo come la sensazione di aver solo assaggiato in parte la storia di questa grande personalità, tutte le varie fasi della giovinezza di Tolkien vengono toccate ma mai analizzate fino in fondo, rendendo anche un momento molto delicato come quello della guerra, superficiale.
IL CAST
Sir J.R.R. Tolkien è interpretato in maniera splendida e convincente da Nicholas Hoult, molto bravo nel mostrare i vari lati di uno degli scrittori più misteriosi del panorama letterario.
Lily Collins interpreta invece una dolcissima Edith Bratt, futura moglie di Tolkien con cui intraprende una relazione fin da giovani.
La chimica tra i due attori protagonisti è ottima, e regge perfettamente anche nei momenti in cui la sceneggiatura non è a loro favore.
UNA FOTOGRAFIA CHE RACCONTA UN’EPOCA
Uno dei lati più convincenti di questo film è sicuramente la fotografia, magnifica nel raccontare le atmosfere e i colori della Inghilterra di inizio 1900. Si gioca con le ombre, attraverso i racconti della madre di Roland, con cui Tolkien si appassiona alle antiche leggende e vecchie fiabe. Ma non abbiamo mai la possibilità di renderci davvero conto dove inizi la verità e dove finisca il racconto, purtroppo la pellicola pecca di una propria identità e scopo, perdendo a raccontarci il lato più sentimentale di Tolkien senza raccontarci chi sia stato lui veramente.
Un film sicuramente non perfetto che sbaglia nella sua superficialità e da cui gli appassionati del mondo Tolkieniano usciranno molto probabilmente insoddisfatti ma potrebbe piacere a chi interessa un biopic piacevole senza troppe pretese.
Voto: 7- / 10
Irene