“Non puoi sopravvivere da solo”
La seconda stagione di The Rain sbarca su Netflix dopo quasi neanche un anno dall’ uscita della prima, con una stagione composta da soli 6 episodi.
TRAMA:
La serie post-apocalittica nordica di Netflix riprende da dove ci eravamo lasciati, con il gruppo capitanato da Simone e Martin scappare dall’ organizzazione APOLLON per salvare Rasmus, vero portatore del virus che ha ucciso migliaia di persone con la pioggia radioattiva. Il fatto che Rasmus sia il contenitore del virus causerà delle rotture all’interno del gruppo, per via della pericolosità di quest’ultimo, ma Simone non si arrenderà e cercherà in ogni modo una cura per il fratello.
IL POST-APOCALITTICO SCANDINAVO
Grazie alle sue atmosfere cupe, la Scandinavia si offre come scenario perfetto a questa serie post-apocalittica in cui i ragazzi si spostano per la maggior parte nelle foreste e nei luoghi aperti, i colori che predominano sono il grigio e il verde, che si amalgamano perfettamente all’ambiente circostante facendo immergere lo spettatore in quei luoghi quasi spettrali.
Se nella prima stagione The Rain era un serviva post-apocalittico, nella seconda gli autori decidono di cambiare registro, rendendo il tutto ancora più horror. Utilizzando gli espedienti del body horror e dell’escape room in alcuni momenti, il tutto ovviamente pensato per un pubblico di adolescenti, quindi niente di traumatico o particolarmente spaventoso. Ma più che altro giocando sul pathos e sull’inquietare lo spettatore.
RASMUS
Forse il vero protagonista di questa seconda stagione, il ragazzo che porta dentro il proprio corpo il virus in grado di uccidere un’intera popolazione. Vediamo Rasmus crescere e cambiare nel corso di questi sei episodi, lo osserviamo prendere coscienza di essere un arma e affrontare la sua paura di poter far del male, senza volere, alle persone che ama.
Incontrerà anche qualcuno che lo segnerà nel profondo ma con cui è impossibilitato a stare per condizioni che si scontrano con le sue. Tutto questo porterà Rasmus ha una grande evoluzione e ha una scelta finale, di cui spero vedremo gli effetti in un eventuale terza stagione, che condizionerà la vita anche di sua sorella.
I DIFETTI DEL GENERE
Il difetto principale che si riscontra guardando The Rain è sicuramente la sceneggiatura, in cui nella prima stagione si potevano notare varie incongruenze e buchi di trama, in particolare per quanto riguarda gli effetti della pioggia sulle persone ancora vive. Ma anche un lato anche forse troppo ingenuo per quanto riguarda quello teen che scade in alcune scelte molto scontate e a volte fin troppo forzate.
Un punto a favore però della seconda stagione è sicuramente la durata, solo sei episodi, in cui sono ben distribuiti momenti sia di adrenalina che momenti in cui è possibile approfondire le dinamiche tra i vari personaggi. Senza mai del tutto abbandonare la scelta dei Flashback, inseriti in maniera strategica, per raccontarci il passato di alcuni nuovi personaggi che compariranno con l’avanzare della storia.
Tutta la stagione è a prova di binge-watching e grazie al ritmo nuovo della storia, si divora senza problemi e con grande curiosità per un eventuale seguito.
In conclusione la seconda stagione di The Rain si rivela essere migliore della prima e pronta per un eventuale seguito, riesce a mantenere alta l’attenzione e il pathos, con un ritmo incalzante e pieno di colpi di scena, non tralasciando il lato umano dei propri personaggi.
Voto : 7/10
Irene