C’è così tanto odio ingiustificato in questo mondo che apprendere come la violenza verso le minoranze sia ancora così frequente e così sottovalutata fa male, ma soprattutto fa riflettere molto. Ti fa pensare alle persone che ci circondano e al mondo che condividiamo. L’odio sembra vincere sempre, continuamente, la violenza è predominante, i pregiudizi, gli stereotipi sono imposti senza neanche essere messi in discussione. L’odio genera altro odio. Non è questa una buona ragione per smettere di credersi superiori agli altri, di utilizzare il potere come arma e non come mezzo? Non è questo il momento giusto per aprire i nostri cuori agli altri e smetterla con tutta questa cattiveria che sta consumando il mondo?
Lasciate che ve lo mostri.
IL CORAGGIO DELLA REALTÀ
La vita di Starr Carter è divisa tra il quartiere dove è nata e la scuola prestigiosa che frequenta. Tuttavia, in nessuno di questi due posti si sente completamente e apertamente sé stessa. C’è sempre qualcosa che la trattiene. La sua vita viene stravolta quando, dopo una festa, assiste alla morte totalmente ingiustificata di un suo amico da parte di un poliziotto, che credeva di aver visto una pistola, quando quella che il ragazzo teneva in mano era solo una spazzola. Da quel momento la sua vita subisce un cambiamento tragico, ma importante, capisce che è il momento di farsi avanti, di far sentire la sua voce e di essere sicura che nessuno dimentichi quello che è successo al suo amico e quello che succede ancora ogni giorno in America.
Starr Carter è un personaggio dannatamente reale. Non è altro che una ragazza che cerca di integrarsi nell’ambiente circostante. Cerca di fare amicizia, di comportarsi in modo adeguato ad ogni situazione, si impegna al massimo per far si che la sua vita non sia troppo complicata. Nonostante ciò, si trova nella situazione in cui la sua vita è diventata difficile: ha visto il suo amico morire, è l’unica testimone del caso, il poliziotto in questione non è stato arrestato. Quindi capisce, capisce quello che aveva sempre saputo: la vita è difficile, life is tough. Per questo motivo in un percorso di accettazione personale e di riscoperta della propria forza d’animo, Starr proverà ad illuminare l’oscurità.
Quando ti senti pronta a parlare, devi parlare. Non permettere mai a nessuno di farti restare in silenzio.
L’EMOZIONE DELLA VERITÀ
In questo film c’è tanta sofferenza, tanto dolore, tanti pianti. Questa è la realtà, chiara e semplice. A parte che chiara e semplice non è per niente: è tenebrosa, complicata, intricata, è interiore, è costante. È proprio questo che lo rende un film importante. Riesce a dare tanto in poco tempo, riesce a spiegare, a commuovere, anche a far sorridere, riesce a dare speranza, ma a fartela perdere nel secondo successivo, per poi farla brillare nuovamente.
Con una Amandla Stember in una delle sue performence migliori e più toccanti, ‘The Hate U Give’ ti permette di entrare direttamente nel mondo in cui viviamo, ma che facciamo finta di non notare. Un mondo di divisione (la fotografia cambia quando la scena si sposta dalla scuola al quartiere dove Starr vive), un mondo dove la violenza è la soluzione, dove non importa quanto forte, la tua voce verrà sottomessa da un potere più grande.
Questo è il proprio il punto, però, questa voce non deve essere mai spenta, deve essere aiutata da più voci, fin quando tutti capiranno, fin quando tutti vedranno, fin quando non si decideranno ad ascoltare. L’amore ci può salvare tutti. L’amore fa la differenza. Non restiamo dalla parte sbagliata della storia, facciamo un passo in avanti verso l’amore.
VOTO
9/10
Benny
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