Lo Studio Ghibli arriva finalmente su Netflix: a partire dal 1 febbraio, infatti, per tre mesi la piattaforma caricherà i film d’animazione della casa giapponese.
Tra febbraio, marzo e aprile Netflix caricherà sul servizio streaming ben 15 dei 21 lungometraggi animati realizzati dallo Studio Ghibli.
Lo Studio Ghibli in qualche riga
Fondata nel 1985, riassumere l’importanza e il ruolo che ha avuto la casa d’animazione a livello cinematografico senza tralasciare particolari è difficile.
I film risultano tra i più visti nella storia del Giappone. La maggior parte delle produzioni ha vinto premi nel campo dell’animazione, tra cui l’importante Anime Grand Prix.
Inoltre, i film d’animazione sono stati acclamati dalla critica a livello intercontinentale: Roger Ebert, famoso critico cinematografico, ha classificato Il mio vicino Totoro e Kiki – Consegne a domicilio tra i più bei film per bambini mai realizzati, mentre Janet Maslin, New York Times, ha definito Principessa Mononoke una pietra miliare del cinema d’animazione. Nel 2002, La città incantata vinse l’Oscar al miglior film d’animazione, e diventa il primo film anime a vincere un Academy Award.
Ma lo Studio Ghibli non è solo film di animazione. La casa d’animazione giapponese ha prodotto anche serie tv, alcuni cortometraggi e ha collaborato nella creazione di alcune pubblicità “a puntate”, ovvero presentate per gradi in modo da formarne una più lunga con i fotogrammi presentati nel tempo.
Le ragioni dietro agli apprezzamenti del pubblico
Ai più, i lungometraggi potrebbero apparire come semplici cartoni. Ma la realtà è un’altra.
Studio Ghibli non realizza cartoni, ma spaccati di vita quotidiana.
I film, della durata media di un’ora e mezza ciascuno, presentano scene di vita quotidiana appartenenti soprattutto alla cultura d’entroterra giapponese, ma in parte anche ad una cultura più occidentale.
Trattando di temi alla portata di tutti, troviamo personaggi in cui rispecchiarsi è facile: sono, infatti, perlopiù bambini o giovani alle prese con la realtà di tutti i giorni e le prime, nuove esperienze del mondo “dei grandi”. Si dedica molto spazio all’introspezione dei personaggi, in modo tale da seguire la crescita dei personaggi e sentirsi parte del film.
Altro aspetto degno di nota è la grafica.
Si potrebbe parlare per ore delle animazioni dei film: una cura ai dettagli sempre minuziosa non si vede spesso, soprattutto nelle animazioni.
Ogni elemento ottiene il risalto che merita: i personaggi (persone e non) sono ben caratterizzati e ben proporzionati, gli oggetti e gli sfondi sono curati alla perfezione mostrando ogni minimo particolare, soprattutto il cibo.
Ma i veri mvp sono i paesaggi. Sembrano realistici in tutto e per tutto: dalle sfumature cromatiche, agli effetti atmosferici, tutto è reso alla perfezione a tal punto da sembrare reali.
Studio Ghibli e Netflix
Se volete provare quella sensazione di “aesthetically pleasing” e di piacere per gli occhi, dal 1 febbraio troverete i seguenti titoli:
- Laputa – Castello nel Cielo (Hayao Miyazaki, 1986).
- Il Mio Vicino Totoro (Hayao Miyazaki, 1988).
- Kiki – Consegne a Domicilio (Hayao Miyazaki, 1989).
- Pioggia di Ricordi (Isao Takahata, 1991).
- Porco Rosso (Hayao Miyazaki, 1993).
- Si Sente il Mare (Tomomi Mochizuki, 1993).
- I Racconti di Terramare (Goro Miyazaki, 2006).
Da marzo troveremo:
- “Nausicaä della Valle del vento” (1984),
- “Principessa Mononoke” (1997),
- “I miei vicini Yamada” (1999),
- “La città incantata” (2001),
- “La ricompensa del gatto” (2002),
- “Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento” (2010)
- “La storia della Principessa Splendente” (2013).
Infine, ad aprile avremo:
- “Pom Poko” (1994),
- “I sospiri del mio cuore” (1995),
- “Il castello errante di Howl” (2004),
- “Ponyo sulla scogliera” (2008),
- “La collina dei papaveri” (2011),
- “Si alza il vento” (2013)
- “Quando c’era Marnie” (2014).
Quindi, cosa aspettate a tuffarvi in un mare di emozioni e intraprendere nuovi viaggi e riflessioni in compagnia dello Studio Ghibli?
Una volta entrati in questo mondo, non ne uscirete più. Provare per credere.
– Ila.