Dopo quasi un anno di silenzio e attesa, la prima stagione di Shadow and Bone è finalmente disponibile su Netflix e per ora si conferma come la serie più vista nell’ultima settimana a livello globale. La serie si basa sull’universo creato dalla scrittrice americana Leigh Bardugo ed è senza dubbio una di quelle serie da aggiungere immediatamente alla vostra lista.
Tenebre e Ossa
When I was young I was afraid of the dark. When I got older I learned that darkness was a place and it’s full of monsters.
La serie si basa su Shadow and Bone (in italiano Tenebre e Ossa), il primo dei tre libri che compongono la Grisha Trilogy scritto da Leigh Bardugo nel 2012. Protagonista del libro e della serie è Alina Starkov, una giovane orfana cresciuta nella nazione di Ravka che presto scoprirà di essere qualcosa per la quale vale la pena uccidere. Prima di cominciare è però necessario fare qualcosa che la serie ha leggermente sorvolato: spiegare il mondo creato dalla penna della Bardugo.
Il regno di Ravka, ispirato alla Russia zarista e dove si svolge la storia, è stato diviso in due zone da una barriera di oscurità che viene chiamata Faglia, un luogo pericolosissimo e popolato da altrettanto pericolose creature, i Volcra, e creata da un antico Grisha chiamato l’Eretico Nero. Ravka confina a nord con il regno di Fjerda mentre a sud con quello di Shu Han e entrambi i paesi sono ostili a Ravka, quindi l’unico modo per andare da una parte all’altra di Ravka è attraversare la Faglia. La nostra storia comincia infatti con Alina, membro del primo esercito di Ravka, a bordo di una nave pronta ad attraversare la Faglia senza sapere se ne uscirà viva.
Grisha
I Grisha sono persone che si servono della piccola scienza (quasi una sorta di magia) e sono divisi in tre ordini: Corporalki, Etheralki e i Materialki. Questi tre ordini sono divisi a loro volta in altre categorie diverse a seconda delle specifiche abilità del Grisha, che possono variare dal poter rallentare il battito cardiaco o controllare il fuoco fino a poter evocare la luce o manipolare alcuni materiali come il vetro e il metallo. Tutti i Grisha sono dotati di una speciale uniforma chiamata Kefta, di un colore diverso a seconda dell’ordine a cui il Grisha appartiene.
A Ravka, i bambini vengono sottoposti a un test specifico per scoprire se sono o meno Grisha, in caso positivo vengono accolti al servizio della corona ed entreranno a far parte del Secondo Esercito comandato dal Generale Kirigan, soprannominato l’Oscuro. A Fjerda, invece, i Grisha sono considerati come streghe e di conseguenza si dà loro la caccia mentre in altre zone sono di fatto ridotti a schiavi.
Un crossover audace
I creatori della serie hanno deciso di affiancare alla storia e ai personaggi di Shadow and Bone anche i principali personaggi della duologia Sei di Corvi: Kaz Brekker, Inej Ghafa e Jesper Fahey. L’idea dei creatori era quella di presentarci il trio della gang criminale più temuta di Katterdam in un momento antecedente all’inizio della duologia a loro dedicata. L’idea con la quale i Corvi vengono introdotti non fa una piega, i tre infatti accettano di compiere la missione suicida di attraversare la Faglia per rapire Alina Starkov e portarla a Katterdam per la cifra di un milione di kruge, moneta usata nell’universo Grisha.
I Corvi sono però anche quelli che hanno perso di più nel passaggio dal libro alla serie tv (a differenza di alcuni personaggi che sono invece quasi migliori nella serie tv) e in alcune situazioni sembra quasi difficile riconoscere in loro i personaggi scritti dalla Bardugo. Come ha detto però il creatore della serie, Eric Heisserer, la serie tv è un prequel di Sei di Corvi, e nel caso la serie venisse rinnovata per una seconda stagione (cosa che però Netflix non ha purtroppo ancora fatto) avremo un trio molto più simile a quello descritto nei libri. Resta il fatto che Inej, Kaz e Jesper sono forse la parte migliore della serie che senza di loro non sarebbe stata sicuramente la stessa.
Il cast
Il punto di forza di questa serie è senza alcuna ombra di dubbio il suo cast. Gli attori scelti, oltre a essere davvero bravi, sembrano essere quasi tutti usciti direttamente dai libri e dalle descrizioni della Bardugo e, grazie alle numerose interviste pubblicate nelle ultime settimane, si capisce come tutti gli attori si siano impegnati al massimo per rendere onore ai propri personaggi. Ad accompagnare Jessie Mei Li nel ruolo di Alina ci sono Ben Barnes che veste i panni dell’Oscuro e Archie Renaux (il cui Mal è molto meglio rispetto a quello del libro, diciamocelo). Amita Suman è l’Inej che tutti ci meritavamo, Freddy Carter è il Kaz Brekker di cui avevamo bisogno e Kit Young è letteralmente nato per interpretare Jesper. Non possiamo non menzionare anche Danielle Galligan e Calahan Skogman, ovvero Nina Zenik e Matthias Helvar, che non avrebbero potuto fare un lavoro migliore.
La serie è splendida, certo, non è perfetta ma è sicuramente un adattamento con i fiocchi che spero possa continuare. Ora non ci rimane altro che aspettare (e sperare) che Netflix rinnovi la serie per un’altra stagione.
Voto: 9.5
Sara