Nel 2018 la giornalista francese Elise Thiébaut ha pubblicato un libro che ha fatto molto parlare di se (anche se non abbastanza): “Questo è il mio sangue. Manifesto contro il tabù delle mestruazioni”.
Un titolo decisamente forte, una verità che colpisce subito il potenziale lettore: “Manifesto contro il tabù delle mestruazioni”, perché sì, nonostante esse siano parte integrante della vita di ogni donna in salute, sono ancora considerate un tabù. Anzi, le mestruazioni sono uno dei pochi argomenti tabù in una società che non si fa problemi a parlare di temi come la pornografia o la violenza, quest’ultima mostrata spesso in televisione senza alcuna forma di censura e destinata anche ai bambini più piccoli. Ma parlare di mestruazioni rimane un qualcosa che non si può fare, per non turbare le persone.
Nonostante siano parte integrante della vita di ogni donna, le mestruazioni sono un tabù profondamente radicato che spesso si lega ad una scarsa informazione che ha come conseguenza una scarsa conoscenza del proprio corpo. L’obiettivo dell’autrice è proprio questo: analizzare le mestruazioni da un punto di vista antropologico, sociale e scientifico, focalizzandosi particolarmente sull’endometriosi, malattia di cui lei soffre.
Parlare di un argomento del genere non è per nulla semplice, ma la Thiébaut decide di farlo in tono ironico, il più leggero possibile in modo da rendere piacevole la lettura senza privarla della sua efficacia. L’obiettivo del libro, infatti, è raggiungere il maggior numero di persone possibile: abbandonando il linguaggio prettamente medico che spesso viene considerato l’unico modo accettabile per parlare di questo argomento, l’autrice scrive in modo semplice e divertente, senza paroloni o altro; in questo modo tutti possono leggerlo e capirlo.
Mestruazioni e discriminazione
Un tema fondamentale che pervade tutto il libro è quanto la discriminazione verso le donne sia legata alle mestruazioni: dal fatto che gli assorbenti sono tassati come beni di lusso in molti paesi alla presenza in essi di sostanze dannosissime per la salute (compresi erbicidi e sostanze tossiche), le donne sono costrette da regole non scritti a passarseli di nascosto, in modo da non turbare gli uomini intorno a loro, che potrebbero essere scandalizzati dal fatto che hanno il ciclo (termine, tra l’altro, usato in modo erroneo poiché il ciclo mestruale dura circa 28 giorni e non prevede perdite di sangue continue e la fase del sanguinamento è la mestruazione). E spesso, mentre soffrono per crampi terribilmente dolorosi, viene detto loro di sopportare in silenzio e di non farne una tragedia, quando potrebbero invece soffrire di endometriosi, una malattia che in alcuni casi può essere curata.
“Questo è il mio sangue. Manifesto contro il tabù delle mestruazioni” è un libro capace di trattare in modo chiaro e semplice un argomento che ancora oggi è considerato tabù, aiutando le donne a conoscere un pochino meglio il loro corpo e cerando di sdoganare, un po’ alla volta, tutti i miti che ruotano intorno al ciclo mestruale. Ed è ricco di curiosità interessanti legati a temi come la nascita del trucco, che probabilmente è legata alle mestruazioni.