La forma della voce è un lungometraggio animato della regista Naoko Yamada. Il film è tratto dal manga A silent voice (Koe no katachi, di Yoshitoki Ōima). Esso segna un grande passo in avanti per l’animazione giapponese. Vediamo tra l’altro il film iniziare con My generation dei The Who, dandogli un’impronta più moderna, ma anche più internazionale.
Il tema centrale del film è l’amicizia e per parlarne si affronterà un importante percorso di accettazione e di consapevolezza.
TRAMA
La forma della voce racconta di Shoya Ishida, un bambino esuberante, casinaro, per certi versi un bullo. Sin dalle elementari era suo solito fare dispetti agli altri compagni, fino a quando la nuova arrivata nella sua classe ruberà la sua attenzione.
La nuova arrivata è Shoko Nishimiya, una bambina sorda che gira con un quaderno che usa per comunicare.
Sin dal primo momento si nota una netta differenza tra i due: lei è riservata, timida, con i capelli chiari; lui è estroverso, rumoroso, con i capelli scuri. Sia l’aspetto che la personalità rendono i due così diversi e opposti che in qualche modo sono destinati a completarsi.
IL RAPPORTO TRA I PROTAGONISTI
Per Ishida il fatto che Nishimiya fosse sorda era un vero orrore. Il non riuscire ad accettare il diverso lo ha portato a tormentarla, facendosi beffe di lei. Con la spalla dei suoi compagni Ishida l’ha presa in giro verbalmente, ma anche fisicamente, gettandole via i costosi apparecchi acustici. Per questa ragione Nishimiya è stata costretta a lasciare la scuola che condivideva con Ishida. Mentre il ragazzo è stato etichettato come bullo, ritrovandosi senza amici.
CON IL PASSARE DEL TEMPO
Con gli anni la consapevolezza dei suoi gesti cresce in Ishida, portandolo ad avere un vero esame di coscienza. Prima di questo però, Ishida tenta il suicidio, tormentato dall’idea della persona che era diventato.
Il ripudio che provava nei conforti di Nishimiya non era per la sua sordità, ma era un riflesso di ciò che provava per se stesso. La paura del diverso, di ciò che forse in questo caso un bambino non riusciva a comprendere, era solo un riflesso delle proprie insicurezze. Tormentare quella bambina, prendendola in giro, era un inutile modo per sentirsi meglio.
IL SENSO DI COLPA
Consapevole di ciò, Ishida torna sui suoi passi, cercando di rimediare agli errori fatti, per avvicinarsi a Nishimiya.
Il senso di colpa è ciò che farà da filo conduttore per tutto il film. Quella sensazione dove non si può andare avanti, non si può guardare al futuro, se prima non si conclude con il passato. Ishida è infatti congelato in questo senso di colpa da cui deve liberarsi, per fare il fatidico passo avanti.
ASPETTI TECNICI
Da un punto di vista più tecnico, La forma della voce è caratterizzata da un’animazione eccellente, tipica della Kyoto Animation. Eppure ciò che più salta all’occhio è la somiglianza, anche dal punto di vista narrativo, a Your Name. Per questa ragione, sia La forma della voce che Your Name, sono due dei grandi pilastri e capolavori dell’animazione nipponica contemporanea.
IN CONCLUSIONE
La forma della voce non è una storia di bullismo, non è neanche una storia d’amore. Esso è un eccellente mix di sentimenti, una storia di accettazione, ma prima di tutto di conoscenza. Il messaggio che vuole mandare non è il perdono, ma mostrarci quanto l’ignoranza può far male agli altri, ma soprattutto a se stessi. Ci mostra quanto l’ignoto fa paura, ma quanto sia ancora peggio il rifiuto di volerlo conoscere.
9/10
Cami