Per questo Natale Netflix ci regala un piccolo gioiello, Klaus.
Questo progetto è stato definito “troppo rischioso” per essere distribuito, perché sviluppato in animazione tradizionale e interamente disegnato a mano. Per fortuna, Netflix sa quando rischiare.
“Fortuna” perché per la prima volta, dopo centinaia di rappresentazioni diverse, vediamo la nascita della figura più famosa al mondo, Babbo Natale, in modo distaccato da qualsiasi concetto religioso.
Con Klaus, vedremo evolversi davanti ai nostri occhi la storia del Natale come lo conosciamo tutti, ma da un’altra prospettiva.
Questa volta non saranno i bambini a raccontarla, ma un uomo a cui del Natale non importa niente, anzi è finito per “inventarlo” per sbaglio!
IL POSTINO JASPER
La storia ruota attorno a un giovane viziato, Jasper, che ha sempre vissuto nel lusso e che si nutre di sarcasmo. Il padre perciò prende in considerazione la terribile idea di farlo lavorare. Per questo motivo Jasper viene spedito nel piccolo e lontanissimo villaggio di Smeerensburg, vicino al Polo Nord, dove dovrà occuparsi della posta e potrà tornare a casa solo dopo essere riuscito a spedire 6000 lettere. Così diventa ufficialmente il postino di Smeerensburg, ma le cose per lui non saranno affatto facili.
Gli abitanti del villaggio vivono senza alcun tipo di logica e vige una sola regola: violenza. Se gli abitanti si svegliano la mattina è solo per fare qualche scherzo o cattiveria al prossimo.
EGOISMO?
Ovviamente a Jasper non importa nulla delle tensioni nel villaggio, l’unica cosa che vuole è tornare a casa. Perciò mette su un piano per accumulare le 6000 lettere che servono per tornare nel lusso della sua vecchia vita. Jasper fa in modo di regalare giocattoli a tutti coloro che imbucheranno una lettera.
Il suo piano riesce alla perfezione grazie all’aiuto del vecchio e misterioso Klaus, che nonostante le apparenze spaventose nasconde un cuore buono e realizzare giocattoli per i bambini è ciò che lo rende felice.
Per Jasper la situazione è diversa, per lui vedere i bambini felici è solo una conseguenza irrilevante del suo piano per tornare a casa. Jasper fa atti di bontà solo per guadagnarci sopra.
Una volta ho letto questa frase:
“Se fai un atto di bontà e ti aspetti qualcosa in cambio, non stai facendo del bene, stai facendo affari.”
A mio parere tutto il film ruota intorno a questo concetto.
Il protagonista si ritrova a compiere atti di bontà con l’unico scopo di ricevere qualcosa in cambio, ovvero delle lettere da spedire per raggiungere la quantità necessaria per tornare a casa.
Ma davanti alla felicità dei bambini, davanti alla pace che quei suoi atti di bontà hanno portato in un villaggio dove regnava la guerra, anche il cuore più freddo si scioglie e incredibilmente anche Jasper riesce a trovare la felicità nel luogo più sperduto e impensabile del mondo.
ANIMAZIONE SENZA ETA’
Ma il valore più grande di Klaus è nella sua estetica animata.
La palette di colori utilizzata, la loro densità e spessore e l’eterogeneità delle figure ci coinvolgono dalla prima inquadratura.
Non è ai livelli della Disney di oggi per quanto riguarda le espressioni e i movimenti, come possiamo vedere in Frozen, ma è un’animazione coinvolgente e impeccabile indirizzata ad un pubblico senza età.
PUBBLICO SENZA ETA’
Come dicevo prima, Klaus non ha un pubblico preciso a cui essere indirizzato. Se da un lato abbiamo un’animazione particolare che piace ai più piccoli, dall’altro abbiamo un’estrema semplicità e linearità che riesce a far riflettere un pubblico più maturo.
Si parla di coraggio, amicizia, buoni propositi e soprattutto di responsabilità, ovvero azioni ispirate da atti di bontà e gentilezza così da poter generare un effetto a catena.
Ma non si parla di questi “atti di bontà” facendo la morale allo spettatore o con l’ipocrisia che di solito circonda questi discorsi e forse è anche per questo che Klaus è uno di quei film per cui Netflix ha deciso di rischiare.
CONCLUSIONI
Possiamo quindi dire che il Natale, la festa più altruista dell’anno è stata inventata da Jasper, un postino egoista. Un bel messaggio per capire che ogni persona, anche se a modo suo, ha qualcosa da offrire e che non dobbiamo mai smettere di imparare da ciò che ci offrono gli altri.
Voto: 9/10
Cami