Risalente al 2004, “Il Castello errante di Howl” fa parte dei film più famosi rilasciati dallo Studio Ghibli d’animazione. Scritto e diretto da Hayao Miyazaki, il film è tratto dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones.
La storia di Sophie
Sophie ha diciotto anni e lavora nel negozio di cappelli che apparteneva a suo padre.
In una delle sue rare uscite, viene importunata da alcuni soldati e salvata dal Mago Howl, uno stregone di rara bellezza, ma purtroppo un po’ goffo.
La Strega delle Lande, invaghita dello stregone e gelosa del contatto tra i due, la trasforma in una novantenne.
Sophie deve dunque lasciare casa alla ricerca di chi possa spezzare il maleficio di cui è vittima.
Trova riparo nel Castello mobile di Howl e, nascondendogli la sua vera identità, si fa assumere dallo stregone come donna delle pulizie, scoprendo così i segreti del castello e riportando in vita la costruzione.
Temi principali
La vecchiaia e la bellezza rappresentano i due temi principali del film. Questi due concetti parlano al pubblico in chiave metaforica: Sophie che mortifica la propria bellezza e la propria giovinezza in nome del lavoro e del senso del dovere. La sua trasformazione rappresenta l’esternazione della sua vecchiaia interiore; una vecchiaia grazie a cui riscoprirà grinta e determinazione. Sophie è una ragazza che, attraverso le sue avventure, acquisterà molta saggezza, dote simboleggiata dal colore dei suoi capelli anche dopo la rottura dell’incantesimo.
A differenza di Sophie, Howl è l’incarnazione della bellezza esteriore: il mago è ossessionato dalla sua bellezza. Howl reincarna un moderno narciso: è infatti molto sicuro del suo appeal, accentuato da una caratterizzazione che dà l’immagine del classico bello e dannato. Appare quasi come un personaggio arrogante che fa della sua bellezza esteriore il suo vanto più grande e di cui non può fare a meno.
Grafica e dettagli
Come da tradizione dello Studio Ghibli, il film presenta un disegno curatissimo fin nei minimi dettagli: gli ambienti sono sempre molto vari, essendo il mondo rappresentato uno strano mix tra il più classico mondo ottocentesco e le grandi vallate e ambienti simili delle opere fantasy.
Gli sfondi splendidi e le ambientazioni fanno da degno contraltare ai colori cupi, contrastati dalle fiamme delle esplosioni che caratterizzano le scene di battaglia.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, anch’essi sono ben dettagliati in tutte le loro sfumature.
Inoltre, ottimo utilizzo della computer graphic che offre al regista la possibilità di animare le ali delle gigantesche fortezze volanti come se fossero quelle di tanti insetti, caratterizzandole così in modo ancora più alieno al mondo tranquillo e, tutto sommato, ancora a misura d’uomo in cui vivono i protagonisti, e di rendere più accattivante e originale il castello semovente che da il titolo al film.