“È questo il momento! È questo, Robby! Lo sapevano e non l’hanno fermato! Dei ragazzini! Ok? Poteva capitare a te, capitare a me, poteva essere ognuno di noi! Dobbiamo inchiodarli, quei bastardi! Dobbiamo dimostrare che nessuno può fare questo e farla franca! Né un prete, né un cardinale, e nemmeno il Papa!”
Se devo parlare di un film che ha vinto come Miglior Film agli Oscars, allora non potrei non parlarvi di Il caso Spotlight, un film che mi ha davvero colpita nel profondo.
Il caso Spotlight è un film del 2015 diretto da Tom McCarthy e narra le vicende reali sui casi di pedofilia avvenute in diverse parrocchie e poi coperte dall’arcivescovo Bernard Francis Law, venute a galla grazie all’indagine compiuta dal quotidiano The Boston Globe.
TRAMA
Al Boston Globe, nell’estate del 2001, arriva un nuovo direttore, Marty Baron che propone subito ad un gruppo di giornalisti, chiamati Spotlight, di indagare sui casi di pedofilia avvenuti in diverse parrocchie nel corso di trent’anni. Il direttore è convinto che l’arcivescovo di Boston, Bernard Francis Law, fosse al corrente del problema ma che abbia sempre fatto di tutto per insabbiarlo. Nasce, così, un’indagine dove viene a galla un numero davvero alto di casi del genere avvenuti in ambito ecclesiale.
Il team è formato da Marty Baron (Liev Schreiber), Ben Bradlee Jr (John SLattery), Walter Robinson (Michael Keaton), Mike Rezendes (Mark Ruffalo), Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Matt Carroll (Brian d’Arcy James), che faranno di tutto per portare a luce questo grandissimo problema, ignorato dalle autorità e dai media, pur sapendo di andare contro la Chiesa Cattolica.
IL FILM TI COLPISCE NEL PROFONDO
Appena ho finito di vedere il film, mi ricordo di essere stata in silenzio per parecchi minuti perché mi aveva davvero colpita tantissimo, mi sono sentita rabbrividire pensando che tutto ció che il film racconta fosse accaduto davvero.
L’ultima scena è la scena che più mi ha colpita, nella quale viene mostrata una lista di luoghi, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, nei quali la Chiesa Cattolica ha coperto i casi di pedofilia compiuti dai preti. L’arcivescovo, Bernard Francis Law, dopo l’indagine è stato rimosso dalla sua carica a Boston per poi essere promosso alla Basilica di Santa Maggiore a Roma, una delle più grandi e importanti chiese del mondo, facendoci capire come la Chiesa continui ad ignorare le accuse.
L’indagine vinse il Premio Pulitzer di pubblico servizio al quotidiano nel 2003, e grazie ad essa si sta indagando su moltissimi altri casi.
Il film è efficacemente riuscito a riportare in vita l’indagine compiuta nel 2001. Il cast, allo stesso proposito, fa un lavoro magistrale nell’interpretare i sei giornalisti che, appunto, lavorarono al caso.
La colonna sonora è un’altra parte del film che mi ha colpita tantissimo ed è una delle mie preferite in assoluto.
Il film non solo ha vinto per il miglior film agli Oscar, ma ha anche vinto per la migliore sceneggiatura originale, premio, a parere mio, meritatissimo. Il film è stato infine nominato per la migliore regia a Tom McCarthy, miglior attore non protagonista a Mark Ruffalo, miglior attrice non protagonista a Rachel McAdams e per il miglior montaggio, con un totale di 6 nominations agli Oscars.
Voto: 10/10
Asha