IL RITORNO DI GOJIRA
Il film si colloca dopo il disastro di San Francisco, ormai risalente al lontano 2014, e a differenza del suo predecessore sembra avvicinarsi decisamente di più nel tentativo di costruire un buon monster movie. Gli elementi per fare centro ci sono tutti e tutti ruotano attorno a due semplicissimi concetti: la nostalgia e l‘epicità. Godzilla che combatte contro Ghidorah? Mothra che aiuta Godzilla a combattere contro Ghidorah? Rodan che fa… beh, Rodan. Ogni appassionato della saga conosce questi nomi e chi non li conosce si ritroverà invece calamitato dai trailer e le descrizioni spettacolari, dove appaiono bestioni alati, simil-draghi e falene enormi e mistiche. Premesse epiche, nulla da dire su questo.
COSA NON HA FUNZIONATO ALLORA?
Entrando al cinema con il tuo biglietto di Godzilla in mano, non ti aspetti di certo di star andando a guardare un film filosofico dall’alta morale o privo di difetti ma di goderti quelle due ore di bestioni enormi che si fanno a pezzi tra di loro. La pecca maggiore del film è proprio questa, però. Un monster movie che dà troppo spazio agli attori umani, dai dialoghi scritti con i piedi, nel mero tentativo di suscitare un qualche cenno di compassione e allo stesso tempo due risate spicciole quanto forzate… fallendo miseramente nell’intento.
Inoltre non è che abbia ben capito il ruolo di Vera Farmiga (celebre per il suo ruolo in The Shape of Water) e di Millie Brown (Stranger Things) ma forse non c’era nulla da capire, sono pur sempre nomi che portano soldi. L’unico attore, convincente dall’inizio alla fine, che è stato in grado di farmi arrivare il suo personaggio è stato Ken Watanabe, nel ruolo di uno scienziato profondamente devoto e fiducioso nei confronti dell’immenso Gojira.
La narrazione poi, la dannata narrazione! I personaggi arrivano a toccare vette di incoerenza che sfiorano il ridicolo ma, in fin dei conti, ci importa?
I TITANI
Bene, ora, dopo aver finto di essere una persona adulta, matura e coerente posso passare alle cose realmente importanti: i mostri.
Non esagero quando dico a cuore aperto che durante alcune scene avevo la pelle d’oca. Gli effetti speciali sono magistrali e rendono giustizia anche alla fantasia più recondita. L’urlo di Godzilla è finalmente tornato allo splendore dei tempi passati e il suo muso, finalmente in primo piano, toglie il fiato. La maestosità di alcune scene è semplicemente perfetta, in senso visivo e anche più profondo, umano. Noi, in quanto specie, non siamo i predatori eccelsi di cui ci convinciamo. I veri Dei sono loro; i titani.
Geniale da parte degli sceneggiatori rendere Mothra, la Regina dei Mostri, una sorta di madre combattiva e affettuosa, perché questo ha creato un legame emotivo con il pubblico e di fatti, in ogni singola scena in cui appariva, io mi ritrovavo sull’orlo delle lacrime come una bambina.
E Ghidorah! Ghidorah con tre teste! L’hydra che ci meritavamo, di una malignità epica ed una forza visiva a dir poco celestiale; il degno avversario di Godzilla. Intelligente inoltre inserire una gamma di colori ben precisa per ogni mostro, in questo caso l’azzurro per Godzilla e Mothra, il rosso per Rodan e il giallo per Ghidorah. Questo li ha resi immediatamente riconoscibili e di forte impatto.
CONCLUSIONI
Godzilla II non è un film perfetto, neanche lontanamente, ma fa quel che deve fare e lo fa bene. Una volta uscita dalla sala la mia testa non faceva che ripetere “Eh sì, Godzilla è davvero il Re dei mostri” e questo riassume quanto c’è da sapere su questo film, sorvolando sulle dubbie scelte narrative e la moraluccia spiccia con cui hanno cercato di giustificare il circo dell’idiozie che hanno tirato su.
Voto: 7,5/10
Alicia.