The Politician è il nuovo accattivante progetto di Netflix, diretto da Ryan Murphy — regista di noti titoli come Glee, American Horror Story e American Crime Story, che ci riporta tra i banchi di scuola mostrandoci la sfrenata ambizione di un liceale con il modesto sogno di diventare presidente degli Stati Uniti d’America.
TRAMA
Sin dall’età di otto anni, Payton Hobart (Ben Platt), ha dedicato il suo tempo ad analizzare in modo maniacale ogni dettaglio della vita dei presidenti in carica fino ad oggi, calcolando ogni probabilità di riuscire ad entrare ad Harvard e diventare uno di loro.
Purtroppo, a dispetto delle aspettative di Payton, il percorso per raggiungere la Casa Bianca non è privo di imprevisti come calcolato. Innanzitutto, deve vincere la campagna elettorale del suo liceo, la Saint Sebastian High School, battendo avversari senza scrupoli, e diventare presidente del consiglio studentesco.
Ryan Murphy ci mostra l’ipocrisia del mondo politico dagli occhi di adolescenti. Ci mostra il desiderio di potere di una gioventù altolocata, che sembra avere avuto tutto dalla vita, ma che in realtà è vuota, sola ed emotivamente fragile.
LA REGIA: UN PENDOLO TRA AUTENTICITA’ E CARICATURA
Certamente, come i fan del regista sanno, Ryan Murphy fa oscillare tutti i suoi progetti tra autenticità e caricatura. Ci ritroviamo difronte allo stesso pendolo anche con The Politician. Senza dubbio vuole affrontare tematiche importanti, come le malattie mentali o fisiche e le minoranze, mai ridicolizzandole, o tematiche interessanti, come la vita di adolescenti facoltosi alle prese con il loro futuro; ma al tempo stesso queste ultime tematiche vengono portate all’estremo e rese il centro di uno spettacolo che vuole far sorridere.
Lo possiamo notare con una scelta di inquadrature: il primissimo piano e i piani sequenza. Anche i dialoghi talmente esagerati fanno sembrare i rapporti tra i personaggi così assurdi. Infine, l’ambientazione carica di ricchezze e i colori accesi utilizzati fanno sembrare di vivere in una “casa delle bambole”, sottolineandone proprio la caricatura.
D’altra parte però The Politician è estremamente curato nei dettagli, sia dal punto di vista narrativo, che dal punto di vista estetico.
L’AMBIZIONE, LA VERA PROTAGONISTA
Con un cast perfettamente combinato, vediamo da loro rappresentato uno dei sentimenti umani più potenti, l’ambizione. Tutta la serie ruota attorno al desiderio di ottenere ciò che più vogliamo. Ryan Murphy non esclude che l’ambizione possa essere positiva e stimolante, ma ci dice che se sfugge al nostro controllo, può diventare un sentimento che corrompe chi lo prova, portando a mettere da parte l’empatia e la spontaneità, rendendo la vita un’ossessione.
COMMEDIA?
The Politician è definito con il genere “commedia”, ma a mio parere vengono mostrati sopratutto gli aspetti tragici, in chiave ironica, che possono quindi strappare un sorriso.
Ad esempio Payton si chiede perché non riesce a provare certe emozioni, arrivando a chiedersi se fosse un sociopatico. Con lo scorrere della serie e con l’ottima interpretazione di Ben Platt vediamo un personaggio incredibilmente di spessore ed emotivo.
CONCLUSIONI
The Politician è una serie più matura e ben fatta di quello che può sembrare all’apparenza, che rappresenta con un pò di assurdità, la complessa adolescenza della generazione rappresentata.
Per concludere, vorrei elogiare tutto il cast, in particolare Ben Platt e l’adorabile Lucy Boynton.
8/10
Cami