QUEER EYE

Le persone, sono persone che sono persone. Tutti siamo in grado di cambiare.

Queer eye è un programma televisivo prodotto da Netflix, uscito con la sua prima stagione nel 2018. Il soggetto si ispira al già noto programma Queer Eye for the Straight Guy e ne funge da reebot.

Il format della serie consiste nell’andare in ogni puntata da una persona differente per aiutarla a sentirsi meglio con se stessa e creare un restyling della propria vita. Tutto questo gestito da cinque favolosi ragazzi gay.

I NUOVI FAVOLOSI CINQUE

Il nuovo gruppo dei fab five è composto da: Tan Francia, esperto di moda; Karamo Brown, esperto di cultura; Antoni Porowski, esperto di gastronomia; Bobby Berk, esperto di Design; ed infine Jonathan Van Ness, esperto in cura della persona.

Queer Eye riesce a usare perfettamente il suo partire come stereotipo di genere, quindi con l’inserimento di cinque ragazzi gay che vengono a darti lezione di stile, per in realtà raccontarti storie e situazioni molto più profonde. Il programma è girato praticamente in maggior parte in Georgia, nel Sud degli Stati Uniti in cui la maggioranza dei paesi riconosce unicamente il matrimonio uomo/donna. E questo è usato come espediente nel corso delle puntate per creare un confronto anche nelle menti delle persone più oppositrici.

UN MONDO CHE DOVREBBE ESSERE FATTO D’AMORE

La prima cosa che ti farà innamorare immediatamente dei fab five è il loro essere tutti molto differenti, e la loro consapevolezza nell’essere lì non solo unicamente per cambiare il look e lo stile di vita di una persona, ma per uno scopo molto più importante, cercare di aiutarli ascoltandoli, cercando di comprenderli e mettendosi nei loro panni, a volte grazie anche a varie esperienze del loro vissuto personale.

Andando di porta in porta, lo spettatore verrà a contattò con tantissime storie differenti, ognuna che non lo lascerà indifferente, portandolo a molte riflessioni e confronti nel corso della serie.

IL DIALOGO: LA CHIAVE ESSENZIALE

Queer Eye fa del dialogo con gli altri il suo punto vincente. No ha paura di toccare argomenti considerati tabù (come il difficile rapporto tra i gay e la comunità della chiesa, il razzismo,la depressione, il cambio di sesso ecc..) ma riesce a farlo sempre con una grande delicatezza e aperto sempre a un confronto fra varie idee anche se risultano essere totalmente opposte.

Ci saranno anche tante lacrime, non mentirò, ho pianto una quantità di volte da risultare imbarazzante, ma anche tanti momenti spensierati e leggeri. Il sorriso non mancherà di certo e dopo che avrete finito tutte e tre le stagioni di cui Queer Eye è composta  i fab five vi mancheranno a tal punto da pregare Netflix di farne uscire immediatamente una quarta (pensiero che provo in questo preciso momento).

Venite a conoscere il pazzo mondo di Queer Eye e i suoi favolosi componenti, dopo non riuscirete più a farne a meno.

Un grande format che intrattiene ma fa anche riflettere sulla nostra vita e come decidiamo di viverla cercando di miglioraci giorno per giorno per star meglio con gli altri ma soprattutto con noi stessi.


“Dicendo : “Voglio che tu sappia che ti sto invitando nella mia vita, e voglio che tu ne faccia parte.” È la cosa più salutare che tu possa fare per te stesso.


Voto: 9/10

Irene

Irene

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