Appena tornata da Bologna ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa sul concerto del 25 luglio.
Durante il lungo tragitto che mi ha portato da Harry, ho avuto la fortuna di conoscere persone davvero speciali e con le quali ho chiacchierato molto, avendo qualcosa di bello in comune. Ragazzi e ragazze giunti da ogni parte dell’Italia, pronti per cantare ed emozionarsi insieme.
Ho avuto la fortuna di intervistare alcuni di loro, tra chi si era accampato da qualche giorno – nonostante le atroci temperature di questi ultimi giorni – e chi invece è arrivato giusto un tempo per le aperture dei cancelli.
Ma partiamo dall’inizio.
Novembre 2019, io e Benny prendiamo i biglietti per il concerto, purtroppo però, abbiamo potuto condividere insieme solo l’emozione di quei pochi minuti in cui abbiamo preso i biglietti perché poi Benny non c’era più.
All’inizio non volevo più andare, perché non aveva più senso andarci, senza di lei. Ma i suoi genitori, che sono persone meravigliose, mi hanno convinto ad andarci. Andare lì sarebbe stato come se ci fosse andata anche Benedetta, ed è stato così. Nonostante fossi circondata da migliaia di persone, sentivo proprio di non essere sola in quel momento, di avere qualcuno accanto.
La prima volta che ho visto Harry è stato il 2013, all’Arena di Verona, e ancora faceva parte della band. La seconda volta che l’ho visto, sempre con la band, era il 2014. La terza volta che l’ho visto, era da solo, ed era il 2018. La quarta volta che l’ho visto, era il 25 luglio 2022, ed era di nuovo da solo. Ogni concerto ha un posto speciale nel mio cuore, ma il concerto di tre giorni fa mi è sembrato come un sogno, qualcosa che non proverò mai e quelle emozioni che si provano, non si possono spiegare.
Ero lì per me, ero lì per Benny, ero lì per il blog, ero lì per Harry. E il carico di emozione che ho provato è stato così forte che durante Sign of the Times – che era una delle nostre preferite – ho pianto come una bambina. Non so dire se fossero lacrime di felicità, di tristezza, malinconia, l’unica cosa che so è che ho urlato con tutto il fiato che avevo e con una mano stretta sul cuore. Perché volevo che quelle parole arrivassero ovunque lei si trovasse. Ogni canzone cantata era per lei.
È stato un concerto indimenticabile, ed è stato ancora più bello parlare con alcune ragazze che ho incontrato lì. Alessia, ad esempio, una ragazza di Venezia ha conosciuto la sua migliore amica grazie ad Harry. E si sono potute vedere al suo concerto. Io ho incontrato la mia amica Giulia dopo anni che non ci vedevamo, dopo esserci viste nel 2014 – al concerto di San Siro.
Durante l’attesa alcuni di noi si sono rifugiati al fresco all’interno di un gran centro commerciale, e la bellezza dei concerti è anche vedere le persone vestirsi come meglio si sentono, senza sentirsi giudicati, perché così come ha detto Harry quella sera “siate liberi di essere chi volete”.
Durante quelle chiacchierate ho avuto modo di far conoscere meglio il nostro blog, così da diffondere la voce, e così che il lavoro di Benny – che va avanti nonostante tutto – non smetta mai di esistere. Ho chiesto ad alcune ragazze come avessero conosciuto Harry: c’era chi ha iniziato a seguirlo dai tempi degli One Direction e chi invece, lo ha seguito da quando ha iniziato a cantare da solista. Abbiamo dunque parlato della sua musica – nuova e vecchia – ma anche dei suoi film: Dunkirk, Don’t worry Darling – che presto sarà presentato al Cinema di Venezia e al quale sarà presente Harry – e My Policeman.
Un concerto è un luogo in cui puoi sentirti al sicuro, in cui puoi essere chi vuoi, cantare come vuoi, esprimere ciò che sei.
Come ci ha sempre detto Harry:
Give love. Choose love. Love everyone, always