Lo chiamavano Jeeg Robot è un film del 2015 diretto da Gabriele Mainetti da un soggetto originale di Nicola Guaglianone.
Il film parte già fin dall’ inizio con una grande premessa: Non sono un prodotto americano e non cerco di esserlo.
Infatti, le acque in cui si ritroverà a cadere il personaggio di Enzo Ceccotti sono senza alcun dubbio quelle del nostro Tevere e lui sicuramente non sarà un playboy miliardario ma un ladruncolo dei quartieri più malfamati di Roma.
Sarà proprio questo incidente a fargli ottenere dei superpoteri inaspettati, che lo porteranno a scontrarsi con il personaggio di Alessia, ragazza ormai rimasta sola e con un passato di violenze e abusi, che rivede in Enzo la figura di Hiroshi Shiba protagonista del cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio.
Questo incontro segnerà per Enzo un profondo cambiamento, che da uomo egoista e introverso si ritroverà a far i conti con una persona che crede in lui e che grazie ai suoi poteri possa fare del bene.
In questa storia Enzo, che pur essendo un eroe atipico, rappresenta il nostro Hiroshi Shiba, si ritroverà ben presto a che fare con un altro personaggio che sarà inevitabilmente la sua nemesi.
Questo ruolo verrà identificato nella persona di Fabio Cannizzaro in arte “Lo Zingaro“ interpretato da un maestoso Luca Marinelli.
Che rivedrà in Enzo una figura di disturbo per i suoi affari e per la sopraggiunta popolarità di quest’ ultimo.
Grazie alla regia di Mainetti il film riesce incredibilmente a portare in scena una sequenza dopo l’altra di mix di generi.
Dall’ action movie, con scene di combattimento che reggono il paragone con tanti altri film d’oltre oceano , al pulp, risentito in particolare nella figura dello Zingaro che mischia grande violenza a momenti di pura malinconia interiore riuscendo a creare un buon background al personaggio non risultando mai banale e scontato.
Altro tema portante del film è l’amore e il cambiamento che questo porta:
l’amore dolce e romantico, quasi infantile, che prova il personaggio di Alessia verso quello di Enzo che verrà pian piano ricambiato. Portando Enzo a una maturazione interiore nel corso della pellicola fino a raggiungere un grado di consapevolezza dei suoi poteri negli ultimi minuti del film.
Conclusione:
Lo chiamavano Jeeg Robot è una ventata d’aria fresca nel cinema italiano contemporaneo , che fa delle sue origini il suo punto di forza. Crea dei personaggi originali e riconoscibili nel proprio universo narrativo. Riesce perfettamente a spiccare nei prodotti di genere simili ad esso, e fa sperare in un futuro per questa serie di pellicole nel nostro paese.
Irene
Voto: 9/10