Con l’inizio del nuovo anno, Netflix ci fa un grande regalo acquistando i diritti dello studio d’animazione giapponese, lo Studio Ghibli.
Il primo progetto in catalogo è Laputa – Il castello nel cielo, diretto dal noto Hayao Miyazaki. Il castello nel cielo è il lungometraggio che gli permetterà di dar vita allo Studio Ghibli, imprimendo questo nome nella cultura giapponese e mondiale.
TRAMA
Il film si apre con la lenta caduta di Sheeta, la protagonista, la quale salvata da una pietra proveniente da Laputa, arriva in un villaggio di minatori dove vive e lavora Pazu, che ha il sogno di riportare in alto il nome del padre defunto, un ex aviatore. Sheeta e Pazu, con una serie di interminabili avventure, confermeranno la leggendaria esistenza di Laputa.
IL VOLO
La caduta di Sheeta e il lavoro da aviatore del padre di Pazu sottolineano quanto per Miyazaki il volo e le macchine per volare siano una passione. Sarà infatti il concetto di “volo” cha caratterizzerà gran parte dei suoi progetti negli anni a venire. Il regista avrà sempre a cuore l’idea dei suoi personaggi che, sospesi nel cielo, guardano il mondo dall’alto, da un’altra prospettiva, vedendo cose e vivendo avventure che gli altri non proveranno mai.
LO STILE
E’ proprio da Laputa che lo stile di Miyazaki inizia ad essere più solido e caratteristico, così da renderlo riconoscibile e distinguibile dagli altri registi d’animazione.
Innanzi tutto, non si può non notare i tratti tondeggianti e morbidi con cui sono disegnati i personaggi, in contrasto con i tratti più duri e decisi dell’ambiente intono a loro. Miyazaki, come molti registi di anime giapponesi, hanno a cuore rendere il paesaggio il più realistico possibile, mentre per quanto riguarda i personaggi, avranno forme diverse a libera scelta degli autori.
I colori sono chiari e pastello, con una netta distinzione tra il blu del mare e il blu del cielo.
I dettagli nei disegni sono talmente curati che ogni scena è un dipinto. Infatti va menzionato che il regista ha lavorato ininterrottamente per un anno e mezzo a circa 70.000 disegni.
Essendo uno dei primi progetti, è stato anche il progetto che ha richiesto più fatica da parte del team dello studio Ghibli. Lavoro che però ha dato vita a movimenti fluidi, espressivi e reali dei personaggi e degli scenari, portando Laputa ad essere considerato come l’innovatore della tecnica d’animazione.
ARIE E TERRA
Laputa è anche il primo film di Miyazaki ad avere una posizione nello spazio e nel tempo, ovviamente rivista e corretta dal regista stesso. E’ infatti ambientato nel Galles del XIX secolo e proprio in questa terra fatta di colori, i due protagonisti vivranno le loro avventure fatte di fuga dai pirati e dall’esercito.
Nonostante l’ambientazione sia quella terrestre, i personaggi si sposteranno per tutto il film, con una serie di scenari diversi, dal cielo alla terra e dalla terra al sottosuolo. Entrando in contatto ogni volta con la natura in tutte le sue forme.
LA NATURA
Laputa – Il castello nel cielo è l’emblema del pensiero del regista giapponese Miyazaki. Pensiero che ritroveremo in ogni suo film. Laputa ruota intorno al rapporto che l’uomo ha con la natura.
Innanzi tutto bisogna dire che, a differenza degli altri progetti, l’antagonista della storia non ha un passato tragico, segnato da traumi o dubbi che in qualche modo possano giustificare il suo essere “cattivo”. In questo caso ci troviamo davanti un colonnello, discendente della famiglia reale di Laputa, estremamente razionale e assetato di potere e la sua “cattiveria” è identificata dal fatto che sfrutta la natura e la sua città per il male assoluto che porterà all’autodistruzione del genere umano.
In contrapposizione vediamo Sheeta e Pazu avere con la natura un rapporto diverso, fatto di rispetto ed equilibrio, così che la natura permetta loro l’utilizzo delle sue preziose risorse portando del bene all’umanità.
CONCLUSIONI
Laputa è un intrecciarsi di scene memorabili, però, per sottolineare il rapporto che il regista ha con la natura, è bene ricordarne soprattutto una. Accompagnato dalle musiche caratteristiche di Hisaishi, vediamo un robot gigante che lentamente, con una suspence crescente, si posiziona davanti a Sheeta. Il robot guarda verso il basso la piccola bambina e Sheeta guarda verso l’alto il grande e spaventoso robot, il quale le porge un fiore. Un gesto semplice, ma potente.
8/10
Cami