Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango.
Se fossimo in qualche film fantascientifico a quest’ora staremmo già cercando una nuova Terra. La verità, però, è che siamo destinati a vivere qua e per questo dobbiamo prenderci cura di quella che chiamiamo la nostra Terra. Un’altra triste verità è che sembriamo non preoccuparcene come invece dovremmo, continuiamo ad inquinare, a gettare plastica negli oceani e, peggio ancora, a non credere nel cambiamento climatico.
Eppure non è una novità. Del surriscaldamento globale se ne parla da decenni, ma tutt’oggi, c’è chi si rifiuta di crederci quando è un dato scientifico. Sono stati firmati trattati, come quello di Parigi, eppure non si sono ancora visti cambiamenti.
Nell’ultimo periodo, grazie a Greta Thunberg e al movimento “fridays for future”, il discorso sembra essere tornato sotto i riflettori (come è giusto che sia). Noi del blog abbiamo, quindi, deciso di parlarvi di due documentari che trattano dell’inquinamento e del surriscaldamento e di lasciarvi alcuni piccoli consigli su quello che NOI possiamo fare per il pianeta.
Non possiamo risolvere una crisi se non la trattiamo come tale.
PUNTO DI NON RITORNO – BEFORE THE FLOOD
Tra i diversi personaggi famosi che in questi anni si sono impegnati per l’ambiente e per il clima uno che spicca è sicuramente Leonardo DiCaprio.
Leonardo, incaricato dalle Nazioni Uniti “Messenger of Peace for the Climate”, ha girato il mondo. Dal Canada alla Cina, dalla Groenlandia all’India fino alle isole del Pacifico con la voglia di rappresentare cosa sta accadendo nel mondo, adesso, a causa del surriscaldamento globale. Ciò che vi viene proposto è la verità, nuda e cruda, senza giri di parole. Chi ancora non crede che tutto questo sia reale, molto probabilmente con questo documentario chiarirà le idee, perchè c’è la necessità di agire immediatamente.
Nel documentario si parla anche del Summit a Parigi del 2015. In questa circostanza 197 paesi si impegnavano, attraverso un accordo firmato, a ridurre l’emissione di carbonio. Voglio solo dirvi che nel 2017 Donald Trump, presidente di uno dei paesi più colpevoli dell’inquinamento, ha firmato per uscire da questo accordo, che più che un accordo, era una speranza nel futuro.
Per saperne di più: https://www.beforetheflood.com/
A PLASTIC OCEAN
Non sapevo che negli ultimi 10 anni abbiamo prodotto più plastica
di quanto abbiamo fatto nel secolo precedente. La metà di questi
prodotti sono considerati usa e getta. Ma pensateci. Come può un
prodotto usa e getta essere fatto di un materiale indistruttibile?
Dove va a finire?
Un ‘oceano di plastica’ è l’esatta traduzione del titolo di questo bellissimo documentario del 2016 diretto da Craig Leeson. Il documentario inizia quasi come se il tema principale fossero gli abitanti dell’oceano e la loro spettacolarità. Craig e la sua truppe sono infatti alla ricerca di alcune specie particolari di balene, quando, però, in una zona nel mare dello Sri Lanka che si credeva del tutto non contaminata, si imbattono in un mucchio di plastica, quello che lo sceneggiatore stesso definirà ‘uno smug di plastica’. Cercando di indagare più sulla questione, Craig viaggerà in tutto il mondo, parlando con degli esperti sull’argomento, oltre che cittadini da ogni parte del mondo, che vivono direttamente la disastrosa situazione ambientale ogni giorno.
Più di una volta guardando questo documentario mi è venuta voglia di voltarmi, di non guardare. Sembravano immagini tratte da un film horror. Poi, però, ho realizzato: questo è il nostro oceano. La colpa è anche nostra se adesso è sommerso dalla plastica, se le creature marine vengono ferite e muoiono ogni giorno. La colpa è anche nostra se il pianeta dove viviamo si sta consumando. Quindi mi sono chiesta, cosa stiamo facendo?
Quasi ogni pezzo di plastica mai prodotto è ancora sul pianeta in una forma o nell’altra.
Il documentario, nella sua cruda verità, fa vedere realisticamente l’effetto che la plastica ha sui nostri oceani e sulle gravi conseguenze che quest’ultima ha sull’ambiente in generale. Tuttavia in alcune sequenze ci mostra anche come molte persone sono disposte a farsi avanti e ad aiutare. Come in diverse parti del mondo la gente sta inventando nuovi modi per ridurre il consumo di plastica a livello globale o a come sfruttarla in modi migliori e più produttivi. C’è ancora speranza. Non abbiamo maltrattato questo pianeta abbastanza? Adesso diamoci da fare.
Non restiamo in disparte.
Per più informazioni: https://plasticoceans.org/
QUELLO CHE SI STA FACENDO E QUELLO CHE POSSIAMO FARE
4OCEAN
4Ocean è un’organizzazione non-profit, il cui scopo è ripulire l’oceano dalla spazzatura che finisce nelle acque a causa di scaricamenti di rifiuti non autorizzati e rifiuti lasciati sulla spiaggia risucchiati dalla marea. Nel 2017, Alex Schulze e Andrew Cooper si trovavano in vacanza a Bali, quando improvvisamente videro la barca di un pescatore rimasta incagliata tra i rifiuti plastici mentre tentava di andare al largo. Da lì, nacque l’idea di un’azienda mirata alla raccolta della plastica per salvaguardare non solo l’ambiente, ma anche l’ecosistema marino.
Per fare ciò, hanno dato inizio alla realizzazione e alla vendita di braccialetti, bottiglie e addirittura fatti con tutta la plastica raccolta nelle varie “retate” in giro per il mondo. Con i profitti ricavati dalla vendita di ogni oggetto, una parte delle entrate viene utilizzata per finanziare e migliorare i sistemi di raccolta della plastica in acqua. Ad oggi, 4ocean ritiene di aver rimosso più di tre milioni di kg di rifiuti dall’oceano e dalle coste.
Per maggiori informazioni: https://4ocean.com/pages/clean-ups
“EARTH”, LIL DICKY
Mettete insieme circa 30 artisti, più o meno tutti abbastanza conosciuti e attuali nel panorama della musica pop e rap mondiale, e fate loro prestare voce a degli animali. Otterrete un mix originale e inaspettato, otterrete “Earth” di Lil Dicky. Si tratta di una canzone-critica nei confronti di ciò che ha causato il surriscaldamento globale e lo sta incrementando. La canzone è stata molto criticata proprio per il tono ironico e al limite che presenta, ma è un brano che fa capire agli ascoltatori tutto ciò che ha portato al cambiamento climatico, alla rovina degli ecosistemi. Inoltre importante è il fatto che una parte di incassi verrà donata a delle associazioni benefiche mirate alla salvaguardia ambientale.
ECOSIA
In un modo molto semplice adesso è possibile scaricare su ogni dispositivo il nuovo motore di ricerca Ecosia, che garantisce l’80 % del ricavato dalle pubblicità online a sostegno della riforestazione. Ecosia è anche un motore di ricerca CO2 naturale, ovvero è in grado di neutralizzare il 100 % delle emissioni di anidride carbonica causate dagli utenti attraverso i dispositivi, i server e così via. Di seguito vi lasciamo il link: https://www.ecosia.org
PICCOLI CAMBIAMENTI FANNO UNA GRANDE DIFFERENZA
Pensate al pianeta. Non si aggiusterà da solo.
Mels, Benny, Ilaria e il team di Attention Spoilers.