I cartoni della Disney sono una certezza dell’infanzia di tutti noi: è impossibile trovare qualcuno che da piccolo non abbia passato ore ed ore a (ri)guardare le sue storie preferite, conoscendone praticamente ogni battuta a memoria.
Amate soprattutto dalle bambine erano le principesse, che ci facevano sognare per ore ed ore il principe azzurro che, sul suo cavallo bianco, veniva a salvarci dal cattivo per poi vivere per sempre felici e contenti.
La verità, tuttavia, è che con il tempo la visione della donna nella società è cambiata e le principesse hanno dovuto adeguarsi ad essa perché ormai le ragazze non hanno più bisogno di un uomo che le salvi, ma sono perfettamente in gradi di farlo da sole. Ma quanto è cambiata la visione della donna?
Biancaneve (1937)
La prima delle principesse Disney nasce nel 1937 ed è l’esatta rappresentazione della donna sottomessa e bisognosa di un uomo per potersi salvare: dopo essersi innamorata di un ragazzo visto una sola volta (e non commentiamo il fatto che il principe senza nome ha scavalcato le mura del palazzo di Biancaneve, incurante della violazione di proprietà) la ragazza passerà le sue giornate a pulire e cucinare per i nani in attesa che il suo principe venga a salvarla.
Cenerentola (1950) e La bella addormentata (1959)
Qui la situazione cambia, ma non molto: unica differenza rispetto alla sovra citata principessa è che almeno loro conoscono il principe un po’ più da vicino: Cenerentola balla con lui e Aurora ci parla pure. Ma la storia non cambia molto: a poter salvare una ragazza giovane e bella dal male nel mondo è sempre e solo un principe azzurro nonché suo primo e unico amore e, nel caso di Aurora, suo promesso sposo sin da piccolo. Altro aspetto interessante, almeno nel caso di Aurora, sono i doni che le fate le fanno alla nascita: bellezza e capacità di saper cantare, che costituivano le caratteristiche fondamentali di una ragazza e che oggi, almeno per quanto riguarda la bellezza in teoria, sono considerate secondarie rispetto ad altre qualità, come l’intelligenza
La bella e la bestia (1991)
Belle incarna una visiona diversa della donna: non è civettuola e non le interessa il matrimonio, tanto che respinge più e più volte Gaston, il ragazzo più desiderato del paese. Inoltre Belle, a differenza della altre principesse che la precedono, ha degli interessi molto forti, primo fra tutti la lettura e sì s’innamora della Bestia, ma solo dopo averlo conosciuto meglio. Niente amore a prima vista insomma. Belle è una ragazza emancipata, che non da peso all’opinione degli altri e che non ha nessuna intenzione di integrarsi in una comunità che non l’accetta per ciò che è. Una principessa molto diversa da quelle che l’hanno preceduta.
Aladdin (1992)
La principessa Jasmine è una ribelle nel suo piccolo: odia la vita di palazzo e pertanto decide di fuggire, si innamora di uno “straccione” e alla fine lo sposerà anche, facendo di lui un principe. Il tutto per ribellarsi ad un matrimonio imposto dal padre: non sarà ribelle come altre principesse, ma è sicuramente coraggiosa e convinta delle sue idee e riesce anche ad emanciparsi, almeno in parte, sposandosi per amore.
Mulan (1998)
Definirla principessa è un vero e proprio paradosso perché Mulan è una guerriera nel senso più letterale del termine: per salvare il padre dall’obbligo di partire per la guerra, si finge un uomo e si arruola nell’esercito, dove mostrerà a tutti ciò di cui è capace. Una donna emancipata e coraggiosa che non si farà certo mettere i piedi in testa. Così diversa dalla timida Biancaneve che aspetta che il suo principe venga a salvarla…
La principessa e il ranocchio (2009)
Tiana, un po’ come Mulan, è una principessa solo per modo di dire poichè tutto quello che ha se l’è guadagnato col duro lavoro: sin da piccola sognava di aprire un suo locale e ogni giorno si divide tra più lavori solo per poter avere abbastanza soldi per farcela da sola. Una donna che definire indipendente è poco.
Ribelle- The brave (2012)
Di tutte le principesse Merida è in assoluto la più ribelle: non accetta di andare in sposa ad uno sconosciuto e decide di competere lei stessa per la sua mano. Come se non bastasse, quando combina un guaio si rimbocca le maniche e cerca di risolverlo, anche se ciò significa lanciarsi in un’avventura completamente da sola.
Frozen (2013)
Qui la situazione si capovolge completamente: quello che inizialmente sembra il principe azzurro (Hans) alla fine si rivela il cattivo e la “regina cattiva” (Elsa) in realtà non vuole fare del male a nessuno, anzi è lei a dover essere salvata.
E a cercarla non sarà un misterioso principe sconosciuto, ma sua sorella, che non ha paura di partire perché sa che Elsa non le farebbe mai del male. Anna inoltre ha molto tempo per innamorarsi di Kristoff, un principe azzurro alquanto particolare e tuttavia non si sposano alla fine mentre per Elsa non c’è nessun principe e lei non ne sente affatto la mancanza.
La frase cult del film, che segna un vero e proprio stacco dalle principesse precedenti? <<Non puoi sposare un uomo appena conosciuto>>.
Donne contro le donne
Nei primi cartoni della Disney colpisce molto il fatto che solitamente il cattivo della storia, quello che cerca di fare del male alla principessa, è un’altra donna: in “Biancaneve” la matrigna vuole farla uccidere per un motivo futile e insignificante come la bellezza, che però viene sempre mostrata come elemento di competitività tra le donne. Essere la più bella a quanto pare è un motivo giustificato per uccidere qualcuno e caratteristiche come l’intelligenza non contano niente.
Anche in “Cenerentola” e “La bella addormentata nel bosco” il cattivo è una donna, ma con il tempo tutto cambia e alla fine arriva “Frozen”, dove Anna corre a salvare la sorella ed il cattivo è colui che a prima vista sembrava il principe azzurro.