“Mi sfugge ciò che vorrei trattenere, invece quello che voglio dimenticare riaffiora di continuo.”
Dentro l’acqua è il secondo libro di Paula Hawkins, autrice del thriller “La ragazza del treno“, uscito nel 2017.
TRAMA
Quando il corpo di Nel viene ritrovato in fondo al fiume di Beckford, sua sorella Jules è costretta a malincuore a ritornare nella piccola cittadina. Jules, ha sempre trovato la cittadina un posto soffocante, pieno di ricordi brutti e la sua relazione con Nel non è mai stata di buon sangue, così tanto che giorni prima della sua morte, Jules non ha neanche risposto alle sue chiamate. Ma Jules sa, che Nel non si sarebbe mai buttata perché era ossessionata dal fiume e dei suoi misteri perché molte donne nel corso degli anni, vi hanno trovato la fine. Perché Nel si è buttata? Per quale ragione Jules ha paura di ritornare nella sua città natale? Perché il fiume è cosi misterioso?
L’AUTRICE POTEVA FARE DI MEGLIO
Non vorrei mentirvi ma mi aspettavo di più da questo libro. Conoscevo già l’autrice perché avevo già letto il suo primo libro, la ragazza del treno, che mi era piaciuto. Però, questo libro non mi ha presa come il precedente perché il ritmo della lettura è davvero lento e in più, in ogni capitolo ci sono diversi punti di vista che ti fanno diventare confusa su cosa stia davvero accadendo perché ogni personaggio intreccia di più la storia, facendoti perdere la concentrazione.
Un altro punto debole del libro sono i flashback, che risalgono pure ai processi alle streghe nel 600 in quel stesso fiume, in mezzo ai fatti che stanno accadendo nel presente, facendo diventare il libro ancora più confusionale.
I PERSONAGGI
L’autrice si concentra sui personaggi femminili e della loro complessità psicologica, che tuttavia è scarsamente trattata. Infatti, tutti i personaggi femminili della storia vengono definite come “scomode” e “difficili“, con molti problemi. Questo è anche il motivo per cui la maggior parte di loro hanno trovato la propria fine in quel misterioso lago. Purtroppo, i personaggi non vengono approfonditi e di conseguenza non si crea con essi nessun tipo di legame, perché sembrano provare solo odio, sensi di colpa e rancore.
IL FINALE
Il finale del libro sembra frettoloso, come se l’autrice non vedesse l’ora di concludere il libro. È imprevedibile, sì, perché la vera rivelazione arriva solo alla fine (in effetti la rivelazione è nell’ultima frase del libro e quindi non andatevi a leggere l’ultima frase prima di iniziare il libro!), però sembra davvero forzata e quindi è poco coinvolgente.
È un vero peccato che il libro non sia stato così interessante da leggere, perché l’aria misteriosa attorno al fiume, nominato anche “lo stagno delle annegate“, era davvero una buona idea da mettere in un libro thriller, però, purtroppo, l’autrice non è riuscita pienamente ad elaborare la storia.
Voto: 5+/10
Asha