A Little Life è il secondo romanzo dell’autrice americana Hanya Yanagihara e probabilmente uno dei migliori libri americani degli ultimi 20 anni. Non ci sono davvero parole adeguate per descrivere la bellezza di questo romanzo del 2015, non abbastanza per rendere giustizia a questo capolavoro di 800 pagine inserito dal The Guardian al 96° posto nella lista dei 100 libri più belli del 21° secolo.
Trama
Il libro segue il cammino di vita intrapreso da quattro amici inseparabili ma che allo stesso tempo non potrebbero essere più diversi fra di loro: Willem, Malcom, JB e Jude. A fare da sfondo al libro c’è la città di New York, una sorta di quinta protagonista del libro, che vede i personaggi creati da Yanagihara crescere, cercare disperatamente di diventare adulti e lasciarsi il college per sempre alle spalle nella speranza di potersi costruire la propria vita. Questo libro si sofferma proprio sulle vite dei suoi protagonisti, personaggi a prima vista abbastanza comuni, legati dall’arte e da un’amicizia talmente solida che può sì indebolirsi ma che non potrà mai essere interrotta. Le pagine assorbono completamente l’essenza dei personaggi stessi, presentandoceli nei loro successi ma soprattutto nei loro momenti più bassi – che purtroppo riescono quasi sempre ad oscurare i grandi traguardi raggiunti che di fronte a un piccolo passo falso che può trasformarsi in una caduta senza fine non sono altro che vecchi ricordi quasi privi di valore.
Jude St. Francis
“I’m lonely,” he says aloud, and the silence of the apartment absorbs the words like blood soaking into cotton.
Il libro all’inizio si concentra su Willem, JB e Malcom, a loro è infatti dedicata la prima parte del libro, ma è attraverso i loro occhi e le loro parole che si individua quello che sarà il vero protagonista del libro.
Jude è l’unico componente del gruppo di cui non ci viene rivelato quasi nulla se non quello che i suoi amici vedono e provano nei suoi confronti. Sappiamo solo che è un ragazzo dal passato oscuro, che in seguito ad un altrettanto misterioso incidente ha seri problemi nel camminare e molte volte il dolore alle gambe diventa talmente insopportabile da trasformare anche le piccole cose in vere e proprie imprese per Jude. Però è chiaro fin da subito che Jude è una persona straordinariamente buona, genuinamente troppo buona, disposta a tutto per i suoi amici e per le poche fortunate persone che lascerà avvicinarsi a lui.
È quando però la scrittrice si concentra sul suo personaggio, dandogli la voce che gli era stata negata nella prima parte, che il libro si presenta per quello che realmente è: la storia della vita di Jude, da quando era solo una bambino fino alla conclusione del romanzo, un storia che forse avrei preferito non conoscere e che sicuramente farò fatica a dimenticare. Jude è quel personaggio da cui è veramente difficile separarsi nonostante la fine del libro, la principale ragione per la quale vale la pena leggere questo libro ma allo stesso la principale ragione per non leggerlo ed evitarlo ad ogni costo.
Una storia difficile da dimenticare
A Little Life è un libro unico, intriso di una delicatezza unica che difficilmente si trova in storie come questa. Una delicatezza che rende la crudeltà racchiusa in queste pagine ancora più terribile di quanto già non sia. È un libro che probabilmente non consiglierei di leggere a nessuno perché dimenticarsi dei suoi personaggi – ma soprattutto di Jude – è quasi impossibile, perché una volta letto non lo si può semplicemente richiudere e rimettere al suo posto.
Ci sarebbero così tante cose da dire su questo “piccolo” capolavoro, su come i suoi personaggi siano terribilmente umani e imperfetti, della cattiveria umana che non sembra avere un limite, per non parlare di quel senso di vuoto che segue la conclusione del libro. Nonostante tutto questo A Little Life deve essere letto, merita di essere letto e forse c’è davvero bisogno di più libri come questo.
Voto: 9
Sara