Accolto come un capolavoro al Festival di Cannes 2017 dove ha conquistato il Gran Prix, 120 Battiti al Minuto (120 Battements par Minute) è un film francese del 2017 scritto e diretto da Robin Campillo, militante dell’Act Up negli anni novanta. Il film vede tra i suoi protagonisti principali Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois e Adèle Haenel.
Il titolo fa riferimento ai 120 battiti al minuto della musica pop dei primi anni novanta, periodo storico in cui è ambientato il film, che farà da colonna sonora a tutta la storia.
La storia di un movimento
Parigi, anni 90. Nathan decide di unirsi agli attivisti di Act Up, associazione pronta a tutto pur di rompere il silenzio generale sull’epidemia di AIDS che in Francia uccide ancora moltissime persone. Il film segue il percorso di Act Up, che da organizzazione quasi modesta riesce a guadagnare sempre più visibilità grazie al suo modus operandi innovativo e immediato, che riesce nella maniera più cruda e diretta possibile a trasmettere un messaggio che il governo francese sembra rifiutarsi di fare. La sua guerra contro un male invisibile che continua ad uccidere centinaia di persone, complice anche il fatto che il governo francese – come quelli degli altri paesi – sembri ignorare il problema, sminuendolo se così vogliamo dire, e Act Up sa che senza comunque l’aiuto del governo non è possibile spargere informazione e soprattutto educare le persone, i più giovani in particolare, a proteggersi per evitare di contrarre il virus.
Alla storia del movimento parigino si intreccia però anche la storia di Nathan che, riuscito quasi per miracolo a non ammalarsi e vedendo morire partner e amici a causa dell’AIDS, inizia una relazione con Sean, anche lui militante del movimento ma che ormai da tempo lotta con la malattia.
Act Up
L’AIDS Coalition to Unleash Power (ACT UP), letteralmente, Coalizione AIDS per scatenare il potere, è un’organizzazione internazionale ad azione diretta, impegnata a richiamare l’attenzione sulle vite dei malati di AIDS e sulla relativa e possibile pandemia, per condurre a legislazioni, ricerche e trattamenti medici che portino alla fine della malattia, mitigando la perdita vite e salute umane. Venne fondata nel marzo del 1987 presso il Lesbian and Gay Community Services Center di New York.
Il film ci mostra non solo come avvengono le riunione dell’Act Up – Paris, ma anche le loro proteste e manifestazioni più significative. Una testimonianza di quello che avrebbero dovuto fare i governi e che invece persone comuni si trovavano costrette a fare nella speranza di aiutare le generazioni future aprendogli gli occhi su cosa davvero fosse l’AIDS e sui modi con cui era possibile evitarlo. Il film si sofferma in particolare anche sui farmaci usati negli anni 90, farmaci spesso costosi e con effetti disastrosi sull’organismo delle persone e che in molti casi non facevano alcun effetto.
Due storie
Il film però riesce a destreggiarsi abilmente tra due storie: quella dell’Act Up e quelle delle persone che fanno parte del movimento. La vita delle persone che non sanno con esattezza quanto tempo gli resta o se effettivamente del tempo ancora gli resta. Persone che hanno continuato a lottare fino a quando la malattia glielo ha permesso, contribuendo in maniera incisiva al cambiamento radicale della visione dell’AIDS e al modo di fare informazione e educazione.
Voto: 9
Sara