Autumn de Wilde, nel suo debutto alla regia, firma un nuovo adattamento dell’omonima opera di Jane Austen, regalandoci proprio quel film di cui questo 2020 sembra aver disperatamente bisogno.
Emma. Handsome. Clever. Rich.
Protagonista assoluta della pellicola è Anya Taylor – Joy che ancora una volta riesce a ipnotizzare lo spettatore, tenendoci tutti con il naso incollato allo schermo e trascinandoci nella vita ben poco monotona di Emma Woodhouse.
Ad accompagnare Anya Taylor – Joy in quello che può essere definito senza alcun dubbio il miglior adattamento del romanzo della Austen, troviamo un’incredibile Mia Goth, Johnny Flynn nei panni di George Knightley, Josh O’Connor che si conquista subito il suo posto fra gli hot priest e un iconico Bill Nighy, pilastro intramontabile del cinema inglese.
Emma Woodhouse
You must be the best judge of your own happiness
Inghilterra, 1800, classica ambientazione della Austen ma che questa volta, grazie a Autumn de Wilde, si accende delle più svariate tonalità di colori pastello rispecchiando tutto quello che la Emma di Anya Taylor – Joy si propone di essere. Emma Woodhouse è, come la definisce la scrittrice stessa, «bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere». E Anya Taylor – Joy con il suo sguardo ipnotico che sembra avere la meglio sempre su tutti riesce a incarnare alla perfezione le parole di Jane Austen.
Emma è praticamente una sorta di regina del piccolo paese in cui vive insieme al padre, un Bill Nighy leggermente ipocondriaco che non regge nemmeno il solo pensiero di vedere la sua secondo genita convolare a nozze. E Emma, da perfetta figlia quale è, sa già che non si sposerà e proprio per questo il suo passatempo preferito è combinare matrimoni secondo quello che lei pensa essere il suo infallibile istinto. Solo che questo suo sesto senso non sembra funzionare quando si tratta di Harriet Smith, che sotto “consiglio” di Emma rifiuta la proposta di matrimonio dell’uomo di cui è innamorata. Fortunatamente, a tenere a bada Emma e il suo spirito da consulente matrimoniale c’è il George Knightley, altra persona su cui il super potere di Emma non sembra funzionare, e per una ragione decisamente evidente a tutti tranne che a Emma stessa.
Un Film perfetto
If I loved you less, then I might be able to talk about it more
Il film, scandito dallo scorrere delle stagioni, balli e dal semplice trascorrere della vita di Emma Woodhouse riesce nell’impresa davvero molto facile – ma che per qualche strana ragione davvero pochi registi e sceneggiatori hanno preso in considerazione – di seguire alla lettera il libro da cui è stato tratto. Come se questo non bastasse, il film è intriso di quell’ironia che ci ricorda quanto quel mondo apparentemente perfetto descritto dalla Austen non sia altro che un mondo quasi vuoto e arido, basato sulle apparenze più che su ogni altro valore morale.
Nonostante una sceneggiatura perfetta e un’ambientazione talmente bella da sembrare quasi surreale, il film può vantare anche di un cast e una colonna sonora davvero eccellenti, che gli permettono di toccare quel picco fino ad ora raggiunto solo da Orgoglio & Pregiudizio di Joe Wright (con cui, non a caso, il film presenta moltissime affinità).
L’adattamento che tutti ci meritavamo
Nonostante l’epoca dell’ambientazione del film sia il 1800, Autumn de Wilde riesce a rendere questo suo piccolo capolavoro decisamente più moderno e contemporaneo di quanto Jane Austen si sarebbe mai aspettata. Tutto il film viene infatti filtrato attraverso un’ottica incredibilmente moderna, che fortunatamente riesce a non cadere mai nel banale e nel ripetitivo trasformando Emma Woodhouse in un’attenta quanto spietata spettatrice del 21° Secolo.
Voto: 9
Sara