…E alla fine non rimase nessuno…

Agatha Cristie è l’autrice che mi ha portato a conoscere e amare i romanzi gialli. Chi la conosce almeno un po’ sa che, nella sua lunga bibliografia, ci sono tre ‘filoni’, uno dedicato a Hercule Poirot, uno a Miss Jane Marple, e uno costituito da libri gialli senza i due famosi investigatori.
Oggi volevo parlarvi di un romanzo giallo in particolare, ‘Dieci Piccoli Indiani’, sicuramente già conosciuto dalla maggior parte di voi.

In Dieci Piccoli Indiani, dieci persone, sconosciute l’una all’altra, vengono scelte per ricevere una lettera anonima in cui vengono invitati, uno specifico giorno, nella misteriosa isola chiamata Nigger Island,
Una volta arrivati, con un battello, non trovano i padroni di casa, solo i due domestici.
Nella sala da pranzo sono presenti dieci statuette rappresentanti dieci negretti (come vennero definiti dalla stessa autrice), fulcro dell’intera narrazione. Durante la prima cena, una voce proveniente da un grammofono posto nell’angolo della sala incolpa tutti, inclusi i due domestici, di aver commesso degli omicidi, citando date e nomi delle vittime.

Il ritmo della narrazione è rapido, come se avvolgesse il lettore nella morsa degli eventi senza dargli via di scampo. E qua scatta l’aspetto psicologico legato all’estremo : senza la momentanea possibilità (nei primi giorni non c’era l’ombra del battello di ritorno) di andarsene dall’isola e con un omicidio al giorno, gli ospiti cominciano metaforicamente a perdere la loro sanità mentale.

Il titolo del romanzo ha avuto diverse variazioni. Il libro fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra con il titolo ‘Ten Little Niggers (Dieci piccoli negretti)’ riprendendo il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: in realtà una canzone statunitense, scritta nel 1868 da Septimus Winner, pubblicata inizialmente come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians. Il titolo del libro subì una prima variazione l’anno seguente, in occasione dell’uscita negli Stati Uniti d’America: in questa situazione venne scelto come nuovo titolo l’ultimo verso della filastrocca, ‘And Then There Were None’ dato che nigger è utilizzato negli Stati Uniti come termine dispregiativo.
Anche in Italia la Arnoldo Mondadori Editore, prima casa editrice a pubblicare il romanzo nel 1946, scelse la seconda versione, titolandolo ‘…e poi non rimase nessuno’. Il titolo rimase fino al 1977 ma venne definitivamente cambiato con il più musicale ‘Dieci piccoli indiani’, come il titolo della canzone di Septimus Winner, anche se i riferimenti all’interno del testo, filastrocca compresa, rimangono collegati ai “negretti”. Il nuovo titolo fu adottato in Italia ma non negli USA, dove rimane, ancora oggi, ‘And Then There Were None’

martie

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