COMMENTO OSCAR 2020

Stanotte si è celebrata al Dolby Theatre di Los Angeles la 92esima edizione dei premi Oscar, che ha visto un susseguirsi di momenti inaspettati e ricchi di soddisfazione per molti appassionati di cinema.

La cerimonia come l’anno scorso non ha visto un solo presentatore ma vari artisti che si sono susseguiti sul palco ad annunciare i premi per presentare i vari film candidati.

La serata si è aperta con l’esibizione di Janelle Monàe sulle note della sua canzone “Come Alive” per poi diventare una performance corale in cui tutti i ballerini hanno celebrato i vari film in gara e non solo, infatti quello che è stato più sorprendente è stato l’omaggio reso alle pellicole che non sono riuscite ad ottenere delle candidature come “Midsommar” e “Us”.

PRIME CONFERME UNA SOLA DELUSIONE

Il primo premio ad essere stato annunciato è stato quello per Brad Pitt come miglior attore protagonista per “C’era una volta a… Hollywood”. Grande conferma di questa stagione dei premi, la sua vittoria porta il primo Oscar al film di Tarantino, che Brad non dimentica nel ringraziare nel discorso insieme a suo compagno di set Leonardo DiCaprio.

Conclude dedicando il premio ai suoi figli e a tutti gli stuntman.

Subito dopo si è tenuta la premiazione al miglior film d’animazione che ha visto trionfare la Disney con “Toy Story 4”. Ora non per essere polemici, ma siamo tutti così sicuri che l’ennesimo capitolo di Toy Story meritasse davvero la statuetta? E non la meritasse invece un film come “Klaus”.

Purtroppo sembra proprio che quando c’è la Disney in gioco, i membri dell’Academy non riescano proprio a premiare un altro tipo di animazione. E questo un po’ spiace.

Invece il corto animato è andato ad “Hair Love” prodotto dalla Sony.

Per concludere la parte dedicata all’animazione si è esibita sul palco Idina Menzel cantando la canzone candidata “Into the Unknown” da “Frozen 2”. L’esibizione straordinaria della Menzel è stata accompagnata da altre cantanti di atri paesi, creando una versione multilingua del brano.

GRANDI SORPRESE ALLA SCENEGGIATURA

Arriviamo ai premi alla sceneggiatura annunciati da Keanu Reaves e Diane Keaton. A vincere il premio come miglior sceneggiatura originale è stato a grande sorpresa “Parasite”, il film di Bong Joon-Ho che conquista la prima, e non ultima, statuetta della serata. Riuscendo a battere grandi favoriti come Tarantino e Baumbach.

Premio meritatissimo per un film che crea una sceneggiatura imprevedibile e ricca di colpi di scena assolutamente insospettabili.

Invece il premio alla miglior sceneggiatura adattata è andato a Taika Waititi per il lavoro svolto in “Jojo Rabbit”. Sceneggiatura geniale nel riadattamento del libro di Christine Leunens, ironico e commovente e sopratutto mai retorico. Un grande lavoro di scrittura per il regista neozelandese che ci ha regalato uno dei migliori film candidati.

SCENOGRAFIA E COSTUMI

Il premio per i migliori costumi è andato a “Piccole Donne” e al lavoro straordinario di Jacqueline Durran, nel riadattamento dei costumi d’epoca del romanzo della Alcott.

Invece per quanto riguarda quello alla miglior scenografia sono state premiate Barbara Ling e Nancy Haigh per il lavoro svolto nel film di Tarantino “C’era un volta A… Hollywood”.

Subito dopo si è svolta l’esibizione di Chrissy Mentz sulle note di “I’m standing with you”.

Questa esibizione a aperto le porte all’annuncio per il miglior documentario e miglior corto documentario. Vinto il primo da “American Factory”, documentario prodotta da Obama e distribuito da Netflix, che si prende il primo premio della serata. Il secondo da “Learning to’ skateboard in a Warzone (if you’re a girl)” .

A vincere invece il secondo premio per Netflix è stata Laura Dern per la sua performance in “Marriage Story” di Noah Baumbach. La quale dedica il premio ai suoi genitori che l’hanno sempre sostenuta nel corso degli anni.

EMINEM

A lasciare tutti a bocca aperta ci pensa Eminem, che si presenta a sorpresa sul palco esibendosi nel brano “love Yourself” che non solo lascia il pubblico senza parole, per la sua entrata a sorpresa ma riesce a far ballare tutta l’Academy (Scorsese compreso) prendendosi giustamente una standing ovation da tutti i presenti.

UNA SERIE DI PREMI TECNICI

Si susseguono poi premi tecnici non di subalterna importanza, a partire dal miglior montaggio sonoro che vede trionfare per la prima volta nel corso della serata “Ford v Ferrari” e successivamente “1917”, questa volta per miglior sonoro. Si passa poi alla miglior fotografia che vede vincitore l’immenso Roger Deakins per “1917” che con le sue potenti immagini riesce a trasportarci all’interno degli orrori della prima guerra mondiale.

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Ritorna vittorioso “Ford v Ferrari” per il premio al miglior montaggio, lasciando però di nuovo spazio a “1917” per la vittoria alquanto inaspettata per i migliori effetti visivi (presentati da Rebel Wilson e James Corden, che per l’occasione sfoggiano un look felino che non fa che sconfortare coloro che già hanno visto il criticatissimo “Cats”).

Conclude questa alquanto ripetitiva sequenza il miglior trucco, questa volta premiando il lavoro dei truccatori in “Bombshell”, che hanno reso Charlize Theron, Margot Robbie e Nicole Kidman irriconoscibili, intervallato dal struggente esibizione di Cynthia Erivo, “Stand up”.

MUSICA MUSICA E ANCORA MUSICA

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Fa poi l’apparizione sul palco il leggendario Elton John, che con gli occhiali pieni di brillantini e la giacca viola acceso si esibisce sulle note di “(I’m gonna) love me again”, che si porta a casa anche la statuetta per miglior canzone insieme al suo produttore Bernie Taupin.

La miglior colonna sonora la vince invece meritatamente la favorita Hildur Guðnadóttir per “Joker”, regalando la prima statuetta della serata alla disturbante origin story di Todd Philipps.

BONGHIVE

“Bonghive” è l’hashtag famoso sui social, sfruttato da coloro che non desideravano altro che veder incoronato re della serata Bong Joon-Ho con il suo splendido “Parasite”.

Il desiderio è stato esaudito sin dalla vittoria come miglior film straniero (che, visto come sono andate le cose sul finale, poteva essere ceduto anche ad Almodovar con il suo semi autobiografico “Dolor y Gloria”, ma non ci si può lamentare).

Ma il primo momento di shock, inaspettato ma di grandissima gioia, è arrivato con la vittoria alla miglior regia che vede trionfare ancora Bong Joon-Ho che sul palco esclama incredulo, “credevo che dopo miglior film straniero non ci sarebbe stato più niente per me!”. Il regista coreano regala uno dei momenti più alti di questa cerimonia, ringraziando il suo “maestro spirituale”, Martin Scorsese, sua più grande ispirazione. Questo discorso regala una standing ovation da parte di tutta la sala, specialmente nei confronti del maestro Scorsese, pura leggenda vivente (immeritatamente tornato a casa senza alcun premio tra le mani).

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PHOENIX E ZELLWEGER

Prima di passare al premio più ambito passano sul palco una biondissima Olivia Colman, che premia meritatamente la superba performance fisica e psicologia di Joaquin Phoenix che con non poca difficoltà cita il fratello River Phoenix, morto prematuramente nel 1993. Difficile, se non impossibile, trattenere le lacrime.

Rami Malek presenta invece il premio come miglior attrice che come previsto finisce tra le mani di Renée Zellweger, che se lo aggiudica per il biopic su Judy Garland.

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Per concludere la serata, arriva sul palco la magnifica Jane Fonda, splendida in un abito rosso. Annuncia il premio come miglior film e spiazza il pubblico pronunciando il nome di “Parasite”, trasportando sul palco tutto il meraviglioso cast del film coreano. Bong Joon-ho, si mette lui stesso da parte per lasciare spazio al cast al quale, come dice lui stesso, va il merito di tutte quelle vittorie.

Insomma, questa nuova edizione degli Oscar vede trionfare per la prima volta un film coreano, facendo entrare Bong Joon-ho nella storia. Un film immenso per trama e regia, per cast e colpi di scena, di come non se ne vedevano da moltissimo tempo. Un film che rimarrà nella storia, e che toglie dall’ombra un cinema coreano che negli anni aveva più volte dimostrato le sue superbe qualità e che ora viene finalmente ricompensato.

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Articolo di Irene e Vittoria

Irene

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