“Voglio che chi vivrà dopo di me prolunghi la mia vita, non solo che la ricordi”
Sono passati 10 anni dalla prima uscita di Chiamami col tuo nome di Andrè Aciman, dopo tutti questi anni la storia di Elio e Oliver giunge a un proseguo. Lì abbiamo visti ritrovarsi vent’anni dopo in uno dei finali più emozionanti di sempre, lì abbiamo ritrovati sul grande schermo grazie al magnifico adattamento cinematografico di Luca Guadagnino in cui l’ultima scena diventa il punto focale dell’interpretazione di un bravissimo Timothèe Chalamet.
E oggi, nel 2019, lì cerchiamo nelle pagine del seguito che Andrè Aciman ha scritto per noi. È una ricerca, una trepidante attesa quella a cui viene sottoposto il lettore, un’indagine che coinvolge tutti i protagonisti che si susseguono pagina dopo pagina alla ricerca dell’amore, della vita e della gioia di vivere.
Se Chiamami col tuo nome era narrato solo dal punto di vista di Elio, in Cercami, Aciman compie una scelta molto particolare. Sono tre i punti di vista a cui avremo modo di assistere nel corso del libro, costruiti sul tempo che passa inesorabile, implacabile attraverso differenti momenti della vita, in età differenti, ma con un comune denominatore: il coraggio.
Il coraggio di affrontare la vita, di amare e di lasciarsi amare, di concedersi di essere felici prima di tutto verso noi stessi decidendo con coraggio quello che davvero ci rende pieni di gioia e a non aver paura di affidarsi totalmente ad un’altra persona.
ANDRÈ ACIMAN IL NARRATORE DEI SENTIMENTI
Pochi autori riescono con così tanta delicatezza a descrivere i sentimenti di cui siamo preda quando abbiamo a che fare con l’amore, Aciman lo fa con dolcezza, sfacciataggine e una grande passione per quello che racconta. Li indaga attraverso il desiderio, il sesso, la morte, la disperazione e la speranza. I personaggi che amano le sue storie sono dei contenitori di sentimenti così reali e limpidi da poterci, tu lettore, guardare attraverso.
Uno specchio dell’animo umano quando si trova di fronte alla vita, all’amore, in varie fasi della vita e del tempo. Sentimenti che non svaniscono, ma rimangono lì più forti e reali, non importa quanto tempo passi o quante persone incontrerai nel corso della vita. Ci sarà sempre un momento, un oggetto, un luogo che ti ricongiungerà a quel sentimento.
UN SEGUITO CHE NON TI ASPETTI
Tutto riparte da un incontro sul treno, un uomo e una donna. Lui, professore universitario in là con l’età, giunto a Roma per incontrare suo figlio, giovane pianista di successo, lei, giovane donna con un piccolo cagnolino nella borsetta che ritorna a Roma per accudire il padre malato da tempo. È così che si apre Cercami, l’incontro tra il padre di Elio, Samuel, e Miranda giovane ragazza dell’età di Elio che saprà, grazie a uno sguardo che tanto gli ricorda quello dell’amore perduto di suo figlio, risvegliare il suo cuore e farlo tornare a vivere come si era dimenticato tanto a lungo.
Quindi tra uno scambio di opinioni su Dostoevskij e discorsi sul senso della vita, che tanto mi hanno ricordato quelli tra Jesse e Celine del bellissimo Before Sunrise di Richard Linklater, lì vediamo conoscersi, scoprirsi e passeggiare per Roma in un tempo quasi irreale durato quasi una sola sera.
Quasi tutta la metà del primo libro è vista dal punto di vista di Samuel e della sua storia con Miranda, proprio per questo la prima volta che vedremo apparire il nome di Elio è solo a pagina 119.
Scelta inusuale e quasi sfrontata da parte di Aciman che mette il lettore di fronte a un percorso non lineare e al quanto destabilizzante.
La storia di Samuel che all’inizio sembra fuori luogo per il seguito di un libro che ha come protagonista un’altra persona, Si rivela avere uno scopo ben preciso, Samuel è riuscito ad andare avanti grazie all’amore travolgente, mai provato prima, per una persona che lo ha aiutato a sincronizzare il suo cuore al ritmo della vita e ora il suo tempo scorre veramente.
Ed è per questo che quando arriva il punto di vista di Elio, capiamo che invece, lui, nel tempo, è ancora completamente risucchiato.
“E adesso, a distanza di dieci anni, quando guardo questo muro sotto questo vecchio lampione, sono di nuovo con lui e non è cambiato niente, lo giuro. E mi sentirò così anche fra trenta, quaranta, cinquan’anni. In vita mia ho incontrato tante donne e ancora più uomini, ma ciò che è scritto su questo muro offusca il ricordo di chiunque abbia conosciuto.”
ELIO
Lo vediamo incontrare Michel, uomo molto più grande di lui con il quale vivrà una relazione per alcuni anni, fatta di amore e passioni in comune. Una relazione che si mette di riflesso con quella tra Miranda e Samuel, in cui però si percepisce che nonostante il grande affetto che li lega e un sincero amore da parte di Michel, lui sa già che non potrà mai essere interamente ricambiato. Elio è con il cuore fermo all’Italia e a quell’estate di quasi ormai quindici anni prima. Alla ricerca del suo nome, che ora si trova dall’altra parte dell’oceano.
Non ha mai trovato il coraggio, rivela a Michel, non è mai riuscito a avere la forza di andare in America e presentarsi da Oliver come avrebbe voluto.
Si ripercorre nella mente le parole che tanto avrebbe voluto dirgli:
“Cercami , trovami.”
Ed è così, persi nel tempo, che li ritroviamo.
OLiVER
Verso la fine del romanzo sono suoi gli ultimi sguardi, l’ultimo punto di vista, ed è grazie a questa scelta che finalmente comprendiamo il vero cuore del libro.
Oliver è perso, è forse il più ferito, ancora più di Elio. Lo ritroviamo in balia dei fantasmi, dentro a una casa piena di gente, ma terribilmente solo, anzi no, con Elio. Basta una sola nota di Bach per fargli sentire la sua voce, il suo modo di suonare il piano, di sentire le sue parole.
“Questo è Bach come l’ho trascritto io”
Ed è lì che capisce che così non può più andare avanti, deve trovarlo.
“Cercami, Oliver, Cercami”
Ed è così che Andrè Aciman sfida il lettore portandolo davanti a un seguito inaspettato, che non piacerà a tutti, ma che in realtà si rivela una lettera d’amore nei confronti dei propri personaggi che hanno reso Chiamami col tuo nome il grande romanzo che è oggi. Un libro incredibilmente toccante, un inno alla vita e all’amore, e soprattutto al coraggio di amare senza paura.
“Sapeva che se nessuno di noi due cercava l’altro era solo perché in realtà non ci eravamo mai separati e che, quando fosse arrivato il momento a prescindere da dove o con chi fossimo e da ciò che si frapponeva tra noi, non doveva fare altro che venire a cercarmi.”
Voto: 9/10
Irene