Non c’è mai stato un poliziotto nero qui. Tu potresti essere l’uomo che crea un’apertura in questa città.
BlacKkKlansman è un film del 2018 diretto da Spike Lee nominato come miglior film agli Oscar che si terranno il 24 febbraio 2019.
Trama
Il film si ispira a fatti reali basati sulla storia di Ron Stallworth, il primo afroamericano negli anni Settanta a diventare poliziotto a Colorado Springs. Ron, dopo essersi infiltrato ad un comizio dell’Unione studentesca nera tenuto da Kwame Ture, riesce ad entrare nell’Intelligence.
Trovato un annuncio del Ku Klux Klan sul giornale, decide di chiamare il numero e fingersi un uomo bianco razzista in modo da essere reclutato nel cantone. Ovviamente Ron non potrà mostrarsi direttamente ai membri dell’organizzazione perciò Flip Zimmerman, il suo collega, lo impersonerà nei vari incontri.
Per facilitare l’arrivo della tessera del club, Ron viene a contatto con David Duke, direttore del cantone e massimo esponente del suprematismo bianco.
POTERE AI BIANCHI, POTERE AI NERI
BlacKkKlansman è caratterizzato da una grande dualità, dall’eterna lotta di potere tra bianchi e neri che viene costantemente rimarcata in quasi tutto il film e che vediamo contrapporsi, forse in maniera più eclatante, nella scena della cerimonia dello Ku Klux Klan e nel discorso tenuto da Jerome Turner all’Unione studentesca nera.
Con un montaggio parallelo, infatti, assistiamo al delirio di potere e crudeltà dello Ku Klux Klan e alla toccante assemblea dell’associazione che rievoca il linciaggio di Jesse Washington, uno degli episodi forse più crudeli e brutali mai accaduti.
Passato e presente si uniscono e si scontrano senza esclusioni di colpa facendoci capire il vero intento del film.
Attraverso una comicità serrata, un’ironia, e anche uno sbeffeggiamento dei membri razzisti dell’organizzazione, BlackKklansman vuole parlare di una situazione politica e sociale presente oggi.
Con una citazione magistrale al film fortemente razzista di Griffith, “Nascita di una Nazione “, Spike Lee ci apre gli occhi. Quasi fuoricampo si può sentire la voce del regista che ci dice ” L’odio non se ne è mai andato, è sempre qui, sempre pronto a rinascere e diffondersi attraverso chiunque sia pronto ad accoglierlo.”
Ed è proprio quello che fa lo Ku Klux Klan che su quel film fonda la sua stessa esistenza.
DA GRIFFITH A DONALD TRUMP
BlackKklansman mi ha molto stupito, ero fermamente convinta che fosse un film di denuncia politica concentrato sugli avvenimenti dell’America degli anni 70.
Ed è qui, credo, che si vede la bravura di Spike Lee come regista che riesce a denunciare la situazione politica del presente mascherandosi, come si faceva durante la censura in epoca dittatoriale, e nascondendosi nel passato.
Spike Lee strizza l’occhio a Trump sul finale, mandando filmati delle proteste svoltesi in Virginia nell ‘Agosto 2017 a suon di “White Power”, e riprendendo video dell’estremista destro, David Duke, che poco prima avevamo visto in versione giovane, ma con lo stesso livello di follia.
FOTOGRAFIA & RECITAZIONE
Il film non trascura la politica cosi come non trascura la fotografia.
Spike Lee usa dei colori caldi per tutta la durata della pellicola che quasi ci avvolgono come un mantello, proteggendoci, dalle scene di violenza e di ingiustizia che vedremo. Calore e violenza, un contrasto simbolico che segue lo stile del film e ci “indora la pillola” quel tanto che basta per farci comunque arrivare il messaggio.
Un ovazione speciale la merita Josh David Washington che nella sua magnifica interpretazione di Ron riesce ad eclissare perfino il bravissimo, Adam Driver che in questo film spicca ma non in maniera cosi eclatante.
Sicuramente, BlackKklansman è un film molto forte, una visione che non vi lascerà indifferenti. Spike Lee con due ore di pellicola ci mette di fronte a una verità che gia conoscevamo ma che, sicuramente, non avevamo mai visto in questo modo.
VOTO
8/10
Carmen