Ormai negli ultimi anni varie major di successo hanno provato a rifilare al pubblico film nati sulle onde di successi globali quali Harry Potter, Hunger Games e Twilight, prodotti destinati ai giovani adulti che hanno riscontrato un grande seguito e orde di fan in tutto il mondo. Ed è perciò con estremo interesse che ho seguito con curiosità la nascita del film di Artemis Fowl nato dai romanzi di Eoin Colfer scritti nei primi anni 2000.
Artemis Fowl veniva concepito dai grandi capi della casa di Topolino come la loro personale risposta ad Harry Potter. Affermazione che letta ora dopo la visione del film è al quanto esilarante. Perché tutto risulta essere Artemis Fowl tranne una qualche risposta all’opera del giovane mago, anzi è un condensato di idee sfruttate malissimo, e rese ancora peggio.
OCCASIONE PERSA
La storia di Artemis Fowl è sicuramente già vista ma almeno su carta offriva delle idee al quanto interessanti. Artemis è un dodicenne dall’intelletto al quanto sviluppato che si ritrova a far i conti con la scomparsa improvvisa del padre. Artemis è deciso a ritrovarlo e grazie all’aiuto della sua guardia del corpo, Leale, si mette sulle sue tracce. Dopo il ritrovamento del diario del padre, il ragazzo viene a conoscenza di un mondo segreto, abitato da fate, gnomi e troll. La cittadina di Cantuccio è governata dal comandante Tubero, in continua lotta contro i Fangosi, ovvero esseri umani desiderosi di appropriarsi dei loro tesori.
Artemis si ritroverà immischiato in questo scontro e grazie all’aiuto della fata Spinella Tappo e del nano Bombarda Sterro dovrà cavarsela per riuscire a rincontrare suo padre.
Tutte queste belle premesse purtroppo per noi vengono mandate all’aria dopo la prima mezz’ora di film. In cui non vediamo altro che un susseguirsi di scene scollegate in cui ci vengono presentati tutti i personaggi ma senza un vero contesto o coerenza narrativa.
Il nostro protagonista interpretato da il giovane attore Ferdia Shaw, è inspiegabilmente fastidioso e senza una vera caratterizzazione. Purtroppo anche attori del calibro di Colin Farrel e Judi Dench non riescono a salvare la baracca. A tal punto che ci viene il dubbio che quel mese avessero qualche bolletta da pagare, sennò non si spiega.
Ma il vero nome che più mi dispiace vedere associato a questo progetto è proprio di colui che ne firma la regia, Kenneth Branagh. Un cineasta capace e con grande esperienza, che già negli ultimi anni aveva lavorato con Disney realizzando il primo thor e il live action di cenerentola. Solo che questa volta il risultato è disastroso. Non mi spiego come sia potuta venire fuori una tale immondizia dalle sue mani.
UN FILM DESTINATO ALLE SALE
Ora il film è uscito sulla piattaforma di Disney plus il 12 giugno e che quindi tutto sommato potrebbe far pensare a un prodotto scadente come ce ne sono molti a basso budget, in uscita direttamente sulle piattaforme. Ma non è così anzi. Il film prima dell’emergenza Covid era destinato alle sale per maggio e prima che chiudessero i cinema era già iniziata la sua campagna promozionale. Quindi Artemis Fowl era pensato come film da vedere in sala non come prodotto da guardare a casa dal televisione.
E qui parte il primo problema.
La pellicola da vedere in sala sarebbe stata quasi un furto ai danni dello spettatore a mi parere, perchè il film risulta essere immondo non solo nella sua sceneggiatura completamente confusionaria ma anche dal punto di vista visivo non è un granché. La CGI utilizzata è massiccia e la maggior parte grossolana e uscita da film di inizio anni 2000. In realtà tutto in questo film sembra uscire dai idee passate e vecchie, realizzate in maniera pessima.
DISNEY MA CHE FAI?!
Se queste erano le premesse per iniziare una nuovo franchise fantasy da parte di Disney direi che hanno fallito su tutti i fronti. Un’opera difficile da chiamare tale che durante la visione risulta essere ridicola e noiosa. Nonostante in film sia anche piuttosto breve (1 h 35) sembra che questo strazio non debb finire mai.
Un film sostanzialmente brutto, a cui sembra mancare la effettiva parte di svolgimento e dando allo spettatore una narrazione ferma, statica.
E per finire citerò il mio vero maestro di vita il sommo Renè Ferretti che forse con le sue parole potrà riassumere perfettamente il pensiero di Kenneth Branagh e dei CEO della Disney.
“Perchè a noi la qualità c’ha rotto il cazzo…viva la merda!!”
Voto: 1\10
Irene