I’ve already been judged, sir. Whatever you may think of me, it’s all the same.
Non pensavo che una serie come Alias Grace potesse colpirmi come ha fatto. Non lo pensavo semplicemente perchè all’inizio non mi aveva convinto: era troppo lenta e sembrava non svilupparsi mai. Quindi l’avevo abbandonata al suo destino, senza riprenderla per parecchi mesi. Il tempo passato senza iniziare una serie tv nuova mi ha fatto ricredere e ho deciso di dare una seconda possibilità ad Alias Grace: sono andata su Netflix e alla fine del pilot mi sono resa conto che non avrei potuto sbagliare di più.
La serie è tratta dal romanzo di Margaret Atwood, che a sua volta è ispirato ad una storia realmente accaduta. Una domestica, Grace Marks, viene accusata di aver ucciso i suoi padroni, nonostante la giovane non abbia alcun ricordo dell’accaduto. A studiare il suo caso, un giovane dottore che cerca di aiutare Grace a recuperare i ricordi perduti, facendole raccontare la storia della sua vita.
Il personaggio di Grace è affascinante, attrae in maniera ipnotica e riesce costantemente a mettere in dubbio lo spettatore. La personalità di Grace gioca molto sul fattore enigmatico: non ha un carattere ben definito ed è sicuramente un personaggio poco statico. Infatti, se all’apparenza sembra una ragazza docile e di indole buona, in realtà è comunque accusata di omicidio. Su questo bipolarismo ci giocano molto gli scrittori, tanto che alla fine non si può definire con certezza l’innocenza o la colpa della ragazza.
Alias Grace, come la più fortunata ‘The Handmaid’s Tale’, ha in sè dei fattori vincenti: una fotografia spettacolare e un’attrice protagonista che mette in risalto ogni piccola sfaccettatura di Grace e della sua storia. Il fatto che riprenda un fatto di cronaca realmente accaduto e che ha, al suo tempo, generato molto scalpore, attribuisce alla storia un aspetto più interessante. Di fianco alla storia della domestica, vi è quella di Simon, che anche lui, come lo spettatore, si trova in uno stato confusionario fino alla fine della stagione. Una storia, quella del dottore, scritta e inventata dall’autrice e poi aggiunta anche nella serie tv. Una storia che si incrocia in maniera armoniosa con quella di Grace.
Per concludere, la storia di Grace Marks è trattata con rispetto, ma anche con forza, una forza che spaventa, ma fa appassionare lo spettatore. Ben realizzata è, appunto, la parte romanzata della serie, che non viene messa in discussione, che non passa inosservata, proprio perché sembra fatta apposta per essere raccontata.
VOTO
8 + / 10
Benny